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Il prezzo dell’oro risente delle tensioni USA-Cina
martedì 30 ottobre 2018, di
La guerra commerciale tra Cina e USA si ripercuote sul prezzo dell’oro.
All’indomani del report di Bloomberg e dell’annuncio di Donald Trump su un nuovo ultimatum a Pechino, la quotazione dei lingotti registra una flessione dello 0,4 per cento a $1,225.12 l’oncia circa.
Il prezzo dell’oro aveva già registrato il suo minimo la scorsa settimana. Tale ribasso è dovuto alla maggiore fiducia dei mercati nel dollaro statunitense, che era cresciuto ai massimi di due mesi in seguito alla notizia di una possibile imposizione di ulteriori tariffe sui beni cinesi. L’eventualità si concretizzerebbe solo nel caso di un mancato accordo fra Trump e il presidente Xi Jinping.
“L’apprezzamento del dollaro non sta aiutando quello dell’oro, e il ribasso sembra collegato all’incremento di speculazioni su ulteriori mosse dell’amministrazione Trump in relazione alle tariffe”
ha confermato l’analista di Capital Economics Ross Strachan.
Prezzo oro interromperà trend ribassista?
Il prezzo dell’oro è sceso del 10% dai massimi di aprile, quando gli investitori vi si erano rivolti in massa allo sbocciare della guerra commerciale fra le due più grandi potenze. Ciononostante, l’oro ha guadagnato 3 punti percentuali questo mese, e dovrebbe finalmente riuscire a interrompere il trend ribassista degli ultimi 6 mesi, il più lungo mai registrato da agosto ’96 a gennaio ’97.
È probabile che la quotazione continuerà ad oscillare fra i $1,220 e i $1,230 l’oncia ancora per qualche tempo. A meno che, certo, non avvenga qualche stravolgimento in campo politico o finanziario, come ha sottolineato John Sharma, economista della National Australia Bank.
Il prezzo dell’oro è solitamente considerato un porto al sicuro dalle burrasche economiche. Ma in tempi incerti, a quanto pare, l’imprevedibilità è regola.