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Ecco perché Trump ha scelto i CEO di Tesla e Uber come consiglieri
venerdì 16 dicembre 2016, di
Donald Trump ha scelto i suoi consiglieri del comitato Strategic and Policy Forum, e che formeranno il team che consiglierà il neo presidente degli Stati Uniti in materia di politiche economiche e sul lavoro. Tra i nomi che spiccano nella lista, troviamo Elon Musk, CEO e fondatore di Tesla, e Travis Kalanick, CEO e fondatore di Uber.
Entrambi, negli scorsi mesi, si erano ampiamente schierati contro il tycoon, esprimendo il dissenso per il candidato repubblicano con parole chiare e forti.
“Non mi sembra che abbia il carattere per diventare Presidente degli Stati Uniti”, aveva detto Elon Musk, mentre Travis Kalanick non era stato più gentile: “Se Donald Trump vincerà, mi trasferirò in Cina”.
Ora che entrambi i CEO sono consiglieri del nuovo presidente, cosa cambia per la Silicon Valley? Entrambi gli amministratori delegati scelti da Trump rispecchiano un tipo di industria in crescita relativa al mondo della mobilità autonoma, elettrica e condivisa. Tra l’altro, Elon Musk è anche attivo con la sua SpaceX, il progetto spaziale che porterà gli umani su Marte e che rivoluzionerà il modo di conoscere lo spazio.
Perché Trump ha scelto Musk e Kalanick è una domanda che trova diverse possibilità di risposta. Se davvero il presidente ha intenzione di aprire alla Silicon Valley perché scegliere proprio due CEO così concentrati sulla mobilità? Questa nomina è da leggere come un’apertura nei confronti delle auto a guida autonoma o in generale all’imprenditoria galoppante della East Coast?
Tesla Motors e Uber diventano quindi il braccio destro del presidente che l’intera Silicon Valley ha osteggiato durante la campagna elettorale, dopo aver investito risorse a favore della candidata democratica Hillary Clinton. Trump se ne è sentite dire di tutti i colori dai CEO che contano nell’industria americana, da Tim Cook (Apple), fino ai due neo consiglieri. Ecco perché il tycoon ha scelto Tesla Motors e Uber come membri del team.
Tesla e Uber al fianco di Trump: cosa cambia per la Silicon Valley
Su Donald Trump si è detto di tutto e di più, e la sua ultima scelta dei consiglieri per lo Strategic and Policy Forum sembra aprire uno spiraglio di dialogo con la Silicon Valley. Non solo un dialogo.
Infatti la scelta del tycoon può essere letta in diversi modi e tutti dalla prospettiva luminosa. Donald Trump è un imprenditore e nel suo slogan “Make America Great Again” è intrisa tutta la sua volontà, manifestata ampiamente nei discorsi e nei programmi, di riportare gli Stati Uniti a una sorta di Anni Ruggenti dove il lavoro non mancava e i privati portavano avanti l’intera economia.
Il neo presidente si è circondato quindi di due amministratori che non lo hanno votato, ma che muovono le fila di buona parte dell’economia americana in ascesa, quella relativa alla nuova mobilità. I manager scelti per il team del Forum sono il top nei loro rispettivi campi, come ha detto lo stesso Trump.
Per quanto riguarda le sue battaglie sui capitali e sulle produzioni all’estero, il tycoon sembra essere riuscito a convincere Apple a produrre negli Stati Uniti, per far aumentare la forza lavoro americana e creare occupazione. L’incarico come consiglieri a Elon Musk e a Travis Kalanick è motivato da ragioni diverse.
L’amministrazione Trump lavorerà di concerto con il settore privato per migliorare l’economia e creare posti di lavoro negli Stati Uniti, partendo dalla Silicon Valley per arrivare al cuore del Paese.
Perché Trump ha scelto Tesla e Uber? La nomina a consiglieri dei due CEO sembra poter essere interpretata come un disgelo da ambedue le parti.
Probabilmente, la scelta precisa di Tesla e Uber potrebbe essere motivata per dare un’accelerata alle riforme normative per far progredire le tecnologie di guida autonoma all’interno degli Stati Uniti, su cui ci saranno già gli investimenti fatti da Obama: 4 miliardi di dollari in dieci anni.
Si è parlato spesso di un Trump ottuso e chiuso al rinnovamento, ma ora il neo presidente ha scelto due consiglieri tra le aziende più futuristiche del mondo.
Trump e la Silicon Valley, tutti i manager del Presidente
Trump ha invitato tutti i manager del Forum alla Trump Tower: tra i 19 nomi del tavolo dei consiglieri, sono stati invitati anche Jamie Dimon (JP Morgan), Bob Iger (Disney) e Ginny Rometty (IBM), Mary Barra (General Motors), Indra Nooyi (Pepsi), Tim Cook (Apple), Jeff Bezos (Amazon), Larry Page (Alphabet) e Sheryl Sandberg (Facebook).
Una squadra nutrita oltre a Musk e Kalanick che permetterà al Presidente Trump di avere un quadro sempre chiaro delle aziende leader negli Stati Uniti, dai padroni della rete ai padroni della mobilità. Il Forum si riunirà a febbraio.