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Omicidio d’identità: nuova pena per chi sfregia le donne

martedì 28 marzo 2017, di Vittorio Proietti

L’omicidio di identità commesso da chi sfregia le donne includerà una pena durissima, in quanto il reato impone una condanna a vita poiché impedisce alla donna o all’uomo di essere riconosciuto ed avere una vita sociale naturale.

L’omicidio d’identità sarà introdotto per riempire il vuoto normativo sulle lesioni gravi al volto, molto spesso inflitte con acido o fuoco con l’obiettivo di vendicarsi e distruggere per sempre l’identità della vittima.

Il ddl che vede come prima firmataria la Senatrice Puppato sarà una novità assoluta in tutto il diritto europeo, poiché nessun codice penale nazionale contiene un simile reato. Chi sfregia una donna sarà severamente punito, malgrado le donne non siano state le uniche vittime di tali violenze.

Vediamo cosa prevede il ddl Puppato e cosa sarà aggiunto al reato di omicidio.

Omicidio d’identità: la nuova pena per chi sfregia le donne

L’omicidio d’identità arricchirà con una nuova pena il Codice Penale italiano, istituendo per la prima volta in Europa un reato specifico per chi sfregia le donne o il partner. Le lesioni gravi al volto, infatti, sono state commesse in molti casi su entrambi i sessi e l’obiettivo dei colpevoli era comune.

Provocare delle lesioni gravi al volto delle vittime distrugge l’identità fisica e sociale di un individuo, causando una vera e propria morte civile e non soltanto danni estetici. Per questo motivo, sarà inserita questa nuova fattispecie nell’Articolo 577 del Codice Penale riferito alle aggravanti del reato di omicidio.

La nuova pena sarà la reclusione non inferiore ai 12 anni e per chi sfregia donne o i partner cui è stato legato da una relazione pregressa l’aggravio di 1/3 della pena, quindi resterà in carcere per almeno 16 anni.

Omicidio d’identità: le conseguenze

Chi sfregia le donne o gli uomini con cui ha intrattenuto una relazione, inoltre, sarà interdetto dalla propria professione e sarà escluso da eredità e diritto agli alimenti. L’omicidio d’identità è infatti ispirato dai fatti di cronaca più recenti, dove ad essere vittime sono state soprattutto ex mogli o ex conviventi.

Tuttavia, considerando l’alta frequenza di lesioni procurate a figli e genitori, la nuova pena sull’omicidio d’identità riguarderà anche parenti per ascendenza e discendenza. Parte integrante dell’iniziativa sarà anche la promozione di azioni di monitoraggio e prevenzione.

Il ddl Puppato, infatti, prevede la nascita di un osservatorio permanente sulle azioni di violenza, nonché la nascita di interventi per la prevenzione al fenomeno che coinvolgano sia il Ministero di Giustizia che il MIUR. A questo punto non occorre che attendere l’approvazione e l’entrata in vigore della legge.

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