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Niente armi sacre: la legge vale anche per gli immigrati
martedì 16 maggio 2017, di
Niente armi sacre per gli immigrati in Italia, la Legge vale per tutti e anche chi risiede nel nostro paese deve conformarsi alle regole della nostra società. La Corte di Cassazione ha appena emesso una Sentenza capitale, acclamata dalle forze politiche come imparziale e giusta.
Il possesso di armi è infatti rigidamente regolamentato dal nostro ordinamento e non possono essere ammesse deroghe, neppure per armi sacre intese come simboli di fede, come nel caso dell’uomo Sikh condannato dalla Sentenza di Cassazione.
La diversità culturale tra immigrati e cittadini italiani è protetta dalla Costituzione stessa, oltre che dalla Convenzione UE, eppure essa non implica la violazione delle norme di sicurezza. Gli immigrati di diversa cultura sono infatti tenuti al rispetto dell’ordinamento giuridico, a prescindere dal credo religioso.
Vediamo cosa prevede la legge sulla detenzione di armi e cosa ha sancito la Sentenza della Corte di Cassazione.
Il possesso di armi: niente deroghe alla Legge
La detenzione di armi, che siano esse sacre o per difesa personale, non è ammessa dalla Legge, se non in condizioni tali da garantire il rispetto delle norme di sicurezza. Il porto d’armi è infatti un requisito necessario al possesso e garantisce il controllo da parte dello Stato.
Il possesso di armi è infatti permesso anche nella propria abitazione dalla Legge 110/1975, a patto che il possessore abbia un comportamento diligente e si adoperi per limitare quanto possibile i rischi che ne derivano.
La detenzione di armi corrisponde ad un livello di pericolo proporzionale al tipo di arma posseduta, tanto che all’Art. 20 della Legge citata è imposta la dotazione di difese antifurto a garanzia della sicurezza degli altri cittadini.
Niente di tutto questo può verificarsi in caso di armi sacre portate con sé, quindi in luoghi pubblici come piazze, ristoranti, oppure cantieri come nel caso dell’uomo d etnia Sikh condannato dalla Corte di Cassazione.
Niente armi sacre per gli immigrati
Niente armi sacre per gli immigrati secondo la Cassazione: anche se essi costituiscono oggetti rituali da indossare in nome della fede, il pericolo legato alla detenzione di un arma e il rischio connesso al suo trasporto senza misure di sicurezza sono altissimi.
La Sentenza della Corte di Cassazione ha infatti punito un uomo di origine indiana, perfettamente integrato in Italia ma colpevole di portare con sé il coltello Kirpan, oggetto sacro e simbolo di fede per la cultura Sikh. Non si tratta di questioni religiose, ma del rispetto della Legge.
Anche la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo stabilisce all’Art. 9 che ogni uomo è libero di manifestare la propria religione con un oggetto, ma si avranno delle restrizioni necessarie alla protezione dell’ordine pubblico, quindi dei diritti altrui, compreso il diritto alla sicurezza.
Il rispetto della Legge come fonte di integrazione
La Sentenza di Cassazione non discrimina la fede o le usanze degli immigrati residenti in Italia, ma punta al mantenimento dell’ordine pubblico al di là dei principi religiosi. Niente armi sacre significa sicurezza per tutti i cittadini residenti nel territorio nazionale.
Permettendo alla cultura Sikh di portare armi sacre, sostengono i giudici della Suprema Corte, verrebbe meno il principio di integrazione ai valori italiani ed europei, portando alla creazione di arcipelaghi culturali e divisioni che inevitabilmente entrano in conflitto.
Il rispetto della Legge e dei costumi della cultura italiana da parte degli immigrati funge infatti da legame necessario in un contesto multiculturale e la Sentenza della Corte di Cassazione lo ribadisce con fermezza, aprendo a nuove prospettive giuridiche e sociali.