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Migranti-Hiv: il 50% di chi ne è affetto ha contratto il virus in Europa
lunedì 26 novembre 2018, di
La metà dei migranti affetti da Hiv ha contratto il virus in Europa.
È questo il dato - in grado di stravolgere il senso comune - che emerge dal Piano Nazionale Aids per il biennio 2017-2019, presentato all’interno del convegno nazionale di Anlaids Onlus, di scena a Genova.
Il 50% dei migranti non porta quindi la malattia dal proprio Paese, ma subisce il contagio a seguito della partenza.
Fatto che - secondo una prima lettura delle cifre - sarebbe da imputare al viaggio in precarie condizioni d’igiene e a tutta una serie di circostanze che si trovano ad affrontare nei casi di una permanenza difficile, come cattive condizioni di vita, prostituzione e abusi sessuali.
Migranti-Hiv: il 50% di chi ne è affetto ha contratto il virus in Europa
Un migrante su due affetto da Hiv non è stato quindi contagiato nel proprio Paese d’origine, ma nel corso del viaggio verso la destinazione scelta o proprio sul territorio raggiunto.
Una panoramica più ampia sui dati del Piano Nazionale evidenzia come i nuovi contagi, seppure diminuiti negli ultimi anni, sono 4 volte più alti tra i migranti rispetto agli italiani, con una maggiore incidenza sulle donne.
Lo studio fa parte del progetto aMASE (advancing Migrant Access to health Services in Europe) e ha riguardato 57 strutture per il trattamento dell’Hiv di 9 Paesi europei, tra cui la stessa Italia, per un totale di 2200 migranti con virus dell’immunodeficienza.
Secondo Tullio Prestileo, medico del Benfratelli di Palermo specializzato in malattie infettive, il contagio riguarda in numero maggiore i migranti per via di diverse cause:
“[La malattia] nasce dalle condizioni di base in Africa e viene fortemente implementata dal percorso migratorio. Infine, arrivati in Italia, spesso vengono meno quelle che l’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce «determinanti di salute». In breve, le precarie condizioni di vita provocano un maggior rischio di ammalarsi”.