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Migranti, l’impegno di Pietro Grasso: “Asilo anche a chi scappa dalla povertà”
mercoledì 4 ottobre 2017, di
Non c’è solo lo ius soli tra le battaglie di Pietro Grasso. Il presidente del Senato infatti è intervenuto anche su un altro scottante argomento, quello dell’immigrazione, sottolineando come si debba garantire l’asilo politico anche ai migranti economici.
A sancire questo diritto secondo Grasso, importante ex magistrato, è l’articolo 10 della nostra Costituzione, che garantirebbe il diritto d’asilo non solo a chi scappa dalla guerra, ma anche dalla povertà.
L’occasione per il discorso era la commemorazione a Lampedusa della strage del 3 ottobre 2013, dove in mare persero la vita 368 migranti nel tentativo di raggiungere dall’Africa le coste italiane.
Un impegno preciso quello di Pietro Grasso che arriva dopo la presentazione da parte del Ministero dell’Interno del Piano di integrazione, con gli sbarchi che però sarebbero cominciati a riprendere dopo il calo dei mesi scorsi cambiando rotta: adesso la partenza sarebbe l’Algeria e non più la Libia.
L’impegno di Grasso verso i migranti
Il 1 ottobre 2013 dal porto libico di Misurata partì una imbarcazione carica di migranti diretta verso le coste italiane. Dopo due giorni di travagliata navigazione, un incendio scoppiato a bordo provocò il naufragio a mezzo miglio nautico da Lampedusa.
Alla fine i morti accertati furono 368, i presunti dispersi 20 e 155 i superstiti tra cui molti minori che sono stati tratti in salvo. Si trattò di una delle più grandi sciagure marine avvenute nel Mediterraneo, che provocò la fine dell’operazione Mare Nostrum con l’Europa che scese in campo in maniera diretta con Frontex.
Quattro anni dopo la sciagura in mare ecco dunque che Lampedusa rende omaggio a quelle vittime, con ospiti anche il presidente del Senato Pietro Grasso e il ministro dell’Istruzione Valeria Fedeli.
Durante la cerimonia molto importanti sono state le parole di Grasso, con la seconda carica dello Stato che dopo aver nei giorni scorsi riacceso il dibattito sullo ius soli, adesso invece pensa ad ampliare la platea dei potenziali richiedenti asilo.
Forse non tutti in Italia ricordano l’articolo 10 della nostra Costituzione, quello che sancisce un diritto universale, il diritto di asilo allo straniero al quale, nel suo paese, sia impedito l’esercizio della libertà. E allora non solo chi fugge dalla guerra, ma anche chi scappa dalla povertà, dalla fame, dalla violenza ha diritto d’asilo. Io oggi sono qui per ribadire la volontà delle istituzioni tutte ad andare avanti su questa strada. Per realizzare questo sogno dei nostri padri costituenti si deve camminare molto, sulle nostre e sulle vostre gambe.
Appellandosi quindi all’articolo 10 della Costituzione, Pietro Grasso va decisamente controcorrente nel panorama politico italiano, chiedendo che venga garantito l’asilo anche ai migranti economici.
Finora invece il mantra ripetuto, anche da parte di Matteo Renzi capo del partito del presidente del Senato, era stato invece quello del “non possiamo accoglierli tutti”, lasciando quindi la precedenza a chi stesse scappando dalla guerra.
Dopo un periodo di calma quindi si torna anche a parlare del problema dell’immigrazione, visto che dopo il dimezzamento degli sbarchi avvenuto nei mesi scorsi adesso il flusso sembrerebbe essere tornato ad aumentare, cambiando però questa volta la sua rotta.
La nuova rotta dei migranti
Anche se i numeri sono diminuiti non si arresta il fenomeno migratorio dall’Africa verso le coste italiane. La sensazione è soltanto che le varie organizzazioni criminali si stiano cercando di riorganizzarsi dopo le misure prese in Libia.
La versione del ministro Minniti è che gli accordi presi con Tripoli stanno di fatto frenando le partenze, mentre alcune inchieste giornalistiche parlano di vere e proprie milizie pagate per pattugliare le coste libiche più calde.
Il risultato comunque è stato una sensibile diminuzione degli arrivi, anche se rimane sempre scottante il problema della sistemazione di tutti quei migranti che, come intrappolati in Libia, sarebbero in questo momento sistemati in quelli che diversi osservatori internazionali definiscono veri e propri lager.
Negli ultimi tempi però una nuova rotta sembrerebbe aver preso piede. Dall’Algeria infatti sono sempre più le imbarcazioni che raggiungono le coste meridionali della Sardegna. Se in tutto il 2016 gli arrivi nell’isola furono 1.106, in questi mesi del 2017 ne sono stati 1.310. Raddoppiate poi anche il numero delle persone intercettate direttamente dalla marina algerina.
Il fatto poi che i migranti giunti in Sardegna siano nella maggioranza dei casi cittadini algerini, farebbe pensare a un possibile nuovo flusso migratorio simile a quello che avvenne negli anni scorsi dalla Tunisia in preda alla Primavera Araba.
Accoglienza e integrazione sembrerebbero essere le nuove sfide del governo, ma la vera partita si dovrà giocare direttamente in Africa, per far sì che non si ripetano più in mare stragi di disperati come quella avvenuta il 3 ottobre del 2013.