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Alloggio e sanità garantita, ecco i punti del Piano di integrazione voluto da Minniti

mercoledì 27 settembre 2017, di Alessandro Cipolla

Marco Minniti continua a lavorare sul fronte dell’immigrazione, presentando il nuovo Piano nazionale di integrazione dopo aver snocciolato numeri più che lusinghieri in merito alla diminuzione degli sbarchi sulle nostre coste.

Il Piano nazionale di integrazione non è altro che una sorta di decalogo di diritti e doveri riservati a chi beneficia della protezione internazionale, che in questo momento in Italia sono circa 75.000.

Ai migranti in questione quindi verrà garantita uguaglianza e pari dignità, libertà di religione, accesso a istruzione e formazione, alloggio e sistema sanitario. Al tempo stesso però i beneficiari dovranno impegnarsi a imparare l’italiano e a rispettare i valori della Costituzione.

Lo scopo del Piano secondo il ministro è quello di favorire in maniera maggiore l’integrazione dei migranti, così da rendere più sicura la nostra società anche sul fronte del terrorismo islamico.

Non si ferma dunque al solo contenimento degli sbarchi l’opera di Marco Minniti, con il titolare del Viminale che negli ultimi tempi si sta imponendo sempre più alla ribalta politica del paese, tanto da figurare in un sondaggio sulla fiducia nei leader tra i personaggi politici più apprezzati in Italia.

Il Piano d’integrazione di Minniti

Quello che sta tentando di realizzare il ministro dell’Interno Marco Minniti è il primo tentativo di dare una sorta di regolamento all’integrazione dei migranti. Un provvedimento questo che riguarderebbe 74.853 beneficiari di protezione internazionale, di cui 27.039 rifugiati e 47.814 titolari di protezione sussidiaria.

Nel Piano nazionale di integrazione appena presentato, i migranti dovranno impegnarsi a imparare la lingua, condividere i valori della Costituzione, rispettare le leggi, partecipare alla vita economica, sociale e culturale del territorio.

In cambio lo Stato garantirà loro uguaglianza e pari dignità, libertà di religione, accesso a istruzione e formazione, alloggio e sistema sanitario. Particolare attenzione poi soprattutto all’aspetto religioso, con il via libera a nuove moschee ma con la creazione di un registro per la formazione degli imam.

Ci saranno quindi corsi di italiano gratuiti, 240 borse studio universitarie, nuovi incentivi e progetti per entrare nel mondo del lavoro, l’accesso totale al sistema sanitario nazionale e più risorse per gli alloggi.

Tutto il Piano in merito all’integrazione sarà finanziato quasi totalmente dall’Europa, con Bruxelles che ha già stanziato 500 milioni a riguardo mentre altri 100 milioni potrebbero arrivare a breve.

La partita dei migranti

Nella ormai imminente campagna elettorale il tema dei migranti sarà centrale ai fini dell’esito delle prossime elezioni politiche. Questo il Partito Democratico lo sa bene, con il ministro Marco Minniti che molto si è speso per cercare di risolvere le varie problematiche.

I dati sugli sbarchi a riguardo parlano chiaro: al 25 settembre sono arrivate 103.318 persone rispetto alle 131.683 dello stesso periodo nel 2016, con una flessione quindi del 25%. Se si considera solo il mese di agosto poi, la diminuzione è stato dell’81%.

Nei primi di gennaio sono andato a Tripoli ed abbiamo scommesso sulla possibilità che lì ci potesse essere un controllo marittimo delle frontiere. Nei primi otto mesi di quest’anno la guardia costiera libica ha salvato più di 16mila persone.

Secondo Minniti quindi il calo dell’arrivo di migranti sulle nostre coste sarebbe dovuto alla maggiore collaborazione con le autorità libiche. Resta però il problema delle comunque tante persone presenti già in Italia.

Ecco dunque a riguardo che il ministro punta molto sul Piano nazionale di integrazione appena presentato. Un modo questo sia per normalizzare la posizione dei tanti beneficiari di protezione internazionale, ma anche per rafforzare la sicurezza nel nostro territorio.

L’integrazione dei migranti, al di là degli aspetti socio-umanitari, è alla base di una società più sicura. Anche sul fronte del terrorismo islamico.

La partita relativa all’immigrazione quindi per Minniti va giocata a 360°, cercando di diminuire gli sbarchi ma anche favorendo l’integrazione di chi è arrivato in Italia. Visto anche i recenti risultati delle elezioni in Germania, ogni errore in materia di migranti può costare molto caro in termini elettorali, ma su quale sia la strada giusta da intraprendere il ministro pare ormai non avere più dubbi.

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