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Legge elettorale, il Parlamento rimanda a settembre. Salvini furioso: “È uno scandalo...”

giovedì 29 giugno 2017, di Alessandro Cipolla

Legge elettorale: alla conferenza dei capigruppo alla Camera vince la linea della maggioranza, con il testo che sarà discusso a settembre e non a luglio come chiesto da Matteo Salvini e Silvio Berlusconi.

Torna al centro del dibattito politico la discussione sulla nuova legge elettorale. Archiviate le elezioni amministrative, è ora il centrodestra ad avere fretta di approvare il nuovo sistema di voto forte degli ottimi risultati ottenuti nei ballottaggi.

L’argomento però sarà in discussione a Montecitorio soltanto a settembre e non a luglio, con la volontà quindi dei partiti di governo che prevale su quella di Lega Nord e Forza Italia che volevano iniziare i lavori già in estate.

Una decisione quella presa dalla conferenza dei capigruppo alla Camera che manda su tutte le furie Matteo Salvini, da tempo ansioso di andare alle urne e che ha definito scandaloso e vergognoso che il Parlamento abbia deciso di perdere altri due mesi di tempo sul tema della legge elettorale.

Legge elettorale, l’ira di Salvini

La nuova legge elettorale continua a essere il grande pomo della discordia della politica italiana. La situazione di grande incertezza ed equilibrio, ha prodotto infatti come risultato che ogni partito non si sente sicuro di appoggiare una determinata tipologia di voto, per paura poi di poter essere svantaggiato.

In un continuo turbinio di ipotesi, calcoli e sondaggi, quella che dallo scorso dicembre era la priorità numero uno del nostro Parlamento, visto la bocciatura dell’Italicum, sta diventando ora una sorta di patata bollente.

Ad inizio giugno sembrava che finalmente la situazione si fosse sbloccata, con il famoso patto a quattro sigillato da Matteo Renzi, Beppe Grillo, Silvio Berlusconi e Matteo Salvini, che sembrava poter dare quella spinta decisiva per l’approvazione della nuova legge elettorale.

Invece il modello tedesco rivisitato, che dopo lunghe trattative era approdato in Parlamento, è naufragato al primo scoglio. Dopo i toni accesi iniziali e il consueto scambio di accuse, alla fine era calato il silenzio sul tema per una soluzione che in fin dei conti sembrava comunque stare bene a tutti.

Anche se lo stop ha spento ogni velleità di voto anticipato, la legge elettorale è un tema che comunque va affrontato visto che le elezioni come previste da calendario a marzo 2018 non sono poi così lontane.

Che si vadano ad armonizzare i due sistemi di voti attualmente in vigore oppure che si decida di approvare una legge elettorale ex novo, in qualunque caso qualcosa il Parlamento dovrà fare nel merito.

La conferenza dei capigruppo alla Camera però ha bocciato la richiesta del centrodestra di iniziare la discussione del testo a luglio, rimandando tutto a settembre. Una decisione che ha mandato su tutte le furie Matteo Salvini.

È scandaloso e vergognoso che si voglia perdere altri due mesi di tempo: perché settembre? Può essere il premio alla coalizione, può essere il maggioritario, il Mattarellum, il Rosatellum: noi siamo disponibili a votare in una settimana una legge chiara che, la domenica sera, dica agli italiani chi ha vinto e chi ha perso e che eviti gli inciuci. Noi ci siamo anche la settimana prossima, perché aspettare settembre?

Il pensiero di Salvini quindi è sempre lo stesso: la Lega è pronta ad appoggiare qualsiasi legge elettorale chiara, purché si faccia in fretta. L’esito del voto amministrativo però ha prodotto un momento di ampia riflessione nel centrosinistra, con Matteo Renzi che al momento ha in mano poche certezze.

L’assalto del centrodestra

I ballottaggi dello scorso 25 giugno hanno fatto maggiormente chiarezza nel panorama politico nostrano, almeno per quanto riguarda il centrodestra. La coalizione unita infatti alle amministrative ha inflitto numerose e pesanti sconfitte al Partito Democratico.

Un risultato che sembrerebbe aver convinto Matteo Salvini sulla necessità di continuare l’alleanza anche nelle prossime elezioni politiche, con Silvio Berlusconi che in pratica è rimasto il solo ad avere ancora perplessità a riguardo.

Il leader di Forza Italia infatti preferirebbe fare un governo dalle larghe intese con il Partito Democratico, con ogni probabilità spaventato dalle forti idee soprattutto sul tema dell’Europa che porta avanti Salvini.

Alla fine però il matrimonio si farà, anche se prima si dovrà capire quale sarà la legge elettorale con cui si andrà a votare. Una coalizione capace di inglobare tutte le forze di centrodestra, sarebbe al momento senza dubbio la grande favorita per la vittoria elettorale.

Oltre al Movimento 5 Stelle che sembrerebbe aver arrestato la sua crescita, è il centrosinistra infatti ad essere in grande difficoltà. La debacle dei ballottaggi sembrerebbe aver scatenato una nuova guerra di correnti all’interno del Partito Democratico.

Le critiche mosse da Dario Franceschini sono un chiaro segnale di come al momento Matteo Renzi sia rimasto quasi solo, difeso soltanto dai suoi fedelissimi. Anche fuori dal PD comunque la situazione non è molto chiara, con tutte le varie anime che vogliono l’unione senza però fare niente di concreto per trovare un accordo.

In uno scenario politico del genere, il centrodestra sembrerebbe aver la strada in discesa verso la vittoria elettorale. Prima però c’è da approvare la nuova legge elettorale, argomento questo che potrebbe mettere di nuovo anche tutto in discussione.

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