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Ius soli: con l’ok di Alfano approvazione possibile. Salvini: “Blocchiamo il Parlamento”
martedì 19 settembre 2017, di
Si riapre la partita sullo ius soli, con Angelino Alfano che rimanda ogni decisione sulla legge al prossimo 26 settembre, quando si terrà la direzione di Alternativa Popolare dove si tornerà a discutere della concessione della nazionalità ai figli di immigrati in possesso di determinati requisiti.
Dopo la decisione da parte del governo nei giorni scorsi di mettere dentro il più proverbiale dei cassetti lo ius soli, si riapre una speranza per la sua approvazione definitiva al Senato dopo il via libera ottenuto alla Camera.
Movimento Democratici e Progressisti e Sinistra Italiana infatti sono da sempre favorevoli alla legge, così anche buona parte del Partito Democratico e delle Autonomie. Chi invece nicchia da tempo è Angelino Alfano, titubante ad approvare una norma del genere a pochi mesi dalle elezioni.
Il grande pressing però messo in campo anche dal Vaticano, da sempre grande sostenitore dello ius soli, potrebbe convincere i centristi. Una partita quindi che si può riaprire, mandando su tutte le furie sia Forza Italia che la Lega, mentre il Movimento 5 Stelle continua a essere cauto.
Ius soli, la palla ad Alfano
L’arbitro della delicata partita sullo ius soli è Angelino Alfano. Dopo la bagarre che si è creata alla Camera quando il testo ha ottenuto il primo voto favorevole, il ministro si è come spaventato per le possibili ripercussioni che ci potrebbero essere nel suo elettorato.
Gli ultimi sondaggi elettorali infatti non sorridono molto ad Alternativa Popolare, che da sola in questo momento sarebbe ben sotto la soglia di sbarramento del 3% e quindi, di conseguenza, fuori dal prossimo Parlamento.
Lo legge sullo ius soli ora al vaglio del Senato prevede il riconoscimento della cittadinanza italiana a tutti quei figli di immigrati, si stimano siano 800.000, nati sul territorio nostrano e che abbiano almeno uno dei due genitori in possesso di un permesso di soggiorno e che si trovano nel nostro paese da almeno 5 anni.
Una norma che il centrosinistra definisce di civiltà al pari della Chiesa, ma a nicchiare non sarebbero solo i centristi ma anche parte del governo. Per Gentiloni infatti al momento la priorità è quella di approvare la manovra Finanziaria, che visti i risicati numeri della maggioranza al Senato è più che in bilico.
Il premier quindi non vorrebbe al momento ulteriori motivi di tensione in Parlamento, ma l’ipotesi che sta prendendo sempre più piede è quella di portare lo ius soli in Aula dopo aver approvato la manovra.
Visto che la Finanziaria deve essere approvata entro la fine dell’anno, in teoria ci sarebbero i tempi tecnici prima di fine febbraio quando terminerà questa legislatura. Anche se Alfano dovesse dare il via libera alla legge, lo ius soli comunque verrebbe sempre dopo la legge di Bilancio.
Salvini pronto alle barricate
Se in qualche modo l’area di governo si sta cercando di compattare attorno al tema, il centrodestra invece si dice pronto alle barricate se lo ius soli dovesse tornare in calendario al Senato.
Se provano a iniziare, a pronunciare la parola ius soli, blocchiamo il Parlamento. E se non basta bloccarlo dentro, lo blocchiamo fuori.
Questo è stato il commento di Matteo Salvini, che racchiude alla perfezione il pensiero di tutta la destra da sempre contraria alla concessione del diritto alla nazionalità ai ragazzi figli di immigrati ma nati in Italia.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Forza Italia, con Maurizio Gasparri che ha annunciato come il suo partito sia pronto a indire un Referendum per abrogare lo ius soli se questo dovesse essere approvato.
Anche il Movimento 5 Stelle rimane ben fermosulla sua pilatesca posizione. Nonostante che negli anni passati i pentastellati avessero presentato una legge simile, adesso invece confermano il loro voto contrario in quanto per loro lo ius soli deve essere discusso a livello europeo, visto che diventare cittadino italiano comporterebbe in automatico anche lo status di cittadino comunitario.
Peccato però che quasi la totalità dei paesi dell’Unione abbia già una legge sullo ius soli, quindi non si capisce bene perché anche l’Italia non possa approvare una norma simile e debba discuterne invece con Bruxelles.
Il sentore è che tutto il discorso sia una pura tattica di convenienza politica, per cercare di non scontentare nessuna anima del proprio elettorato. Vedremo dunque se lo ius soli approderà mai al Senato, anche se in piena campagna elettorale è difficile che le buone intenzioni del governo si possano tramutare in realtà.