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Insegnanti aggrediti dagli alunni: nuovi casi nelle ultime ore

venerdì 6 ottobre 2017, di Simone Micocci

Nel 2015 in una scuola statunitense un giovane aggredì il proprio insegnante perché questo si rifiutò di consegnare lo smartphone appena sequestrato; in poche ore il video postato su Facebook dai propri compagni divenne virale sui Social Network, suscitando non poche polemiche.

Ma fatti come quelli ripresi dal video non si verificano così raramente come si potrebbe pensare, tant’è che proprio pochi giorni fa in una scuola della provincia di Cagliari un’insegnante è stata aggredita da uno studente per lo stesso motivo. È il quotidiano online LaNuovaSardegna a darne la notizia, raccontando quanto successo nell’Istituto Alberghiero di Monserrato.

Qui una professoressa è stata colpita da un pugno sul volto sferrato da un proprio alunno. La sua colpa? Averlo rimproverato perché stava utilizzando il cellulare in classe. Un caso simile a quello dello scorso anno, quando in rete venne diffuso il video di uno studente che inveiva contro la propria insegnante chiedendole la restituzione dello smartphone.

In quell’occasione, però, l’aggressione non sfociò nella violenza fisica. L’insegnante della scuola di Monserrato, invece, non è stata così “fortunata” tant’è che il pugno dato dallo studente è stato talmente forte da farle perdere i sensi per pochi secondi.

Un fatto grave, che si aggiunge a quello verificatosi presso l’Ipia “Enrico Fermi”, istituto superiore di Gela in provincia di Caltanissetta. Qui le conseguenze per un insegnante aggredito dagli studenti sono state persino più gravi, tant’è che è dovuta intervenire l’ambulanza.

Violenze sugli insegnanti: i fatti di Gela

Quanto successo in questi giorni presso l’Istituto Enrico Fermi di Gela non fa che confermare la deriva pericolosa della scuola italiana (e non solo), specialmente in alcune zone.

Qui un insegnante è intervenuto per sedare una rissa scoppiata tra due alunni del primo anno, rimanendone coinvolto. Il docente infatti ha riportato una frattura alla costola con prognosi di 30 giorni. E pensare che nella stessa scuola un altro docente pochi giorni prima era stato aggredito da un suo alunno sempre per aver tentato di sedare una rissa.

La Dirigente Scolastica dell’Istituto ha garantito che verrà fatto di tutto per “riportare il rispetto delle regole”, ma qui il problema non riguarda solamente l’Ipia di “Enrico Fermi”.

Insegnanti non protetti dalle istituzioni: è allarme nelle scuole

L’Istituto di Gela, infatti, non è il solo in cui ci sono studenti provenienti da realtà difficili. Ce ne sono molti altri in Italia e in tutti i casi gli insegnanti sono lasciati soli ad affrontare una vera e propria emergenza. 15 giorni di sospensione - questa la punizione inflitta agli studenti di Gela - non sono che una soluzione tampone ad un problema che andrebbe affrontato in maniera approfondita.

Chi tutela gli insegnanti? Nessuno. Il Governo e le amministrazioni continuano ad essere “sordi” alle loro richieste di aiuto, e ad oggi non ci sono tutele per questi insegnanti i quali - legittimamente - si sentono sempre meno protetti dalle istituzioni.

Le scuole non possono essere lasciate sole ad affrontare determinate realtà, anche perché a pagare sono sempre gli insegnanti.

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