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Nuove consultazioni per Mattarella: Giorgetti e Cassese in pole per Palazzo Chigi
giovedì 3 maggio 2018, di
Senza aspettare l’esito della direzione del Partito Democratico, ormai inutile al fine della formazione di un nuovo governo e buona solo per risolvere l’ennesima stucchevole lotta di potere interna, il Presidente Sergio Mattarella ha deciso per un ultimo giro di consultazioni.
Lunedì quindi tutti i partiti saliranno al Colle: se non dovessero uscire fuori importanti novità, allora a quel punto Mattarella prenderebbe lui la decisione di dare vita a un governo istituzionale, con la guida che potrebbe essere affidata al leghista Giancarlo Giorgetti o al costituzionalista Sabino Cassese.
Mattarella serra i tempi
Vista l’impossibilità e l’incapacità delle forze politiche di riuscire a formare una maggioranza di governo, non ha più voglia di aspettare improbabili colpi di scena Sergio Mattarella che ora riceverà di nuovo tutti i partiti per un ultimo giro di consultazioni.
A distanza di due mesi le posizioni di partenza dei partiti sono rimaste immutate. Non è emersa alcuna prospettiva di maggioranza di governo. Nei giorni scorsi è tramontata anche la possibilità di una intesa tra il M5s e il Pd. Il presidente Mattarella svolgerà nuove consultazioni, in un’unica giornata, quella di lunedì, per verificare se i partiti propongano altre prospettive di maggioranza di governo.
Questa è la nota con la quale il Quirinale ha comunicato la decisione del Presidente, pronto a concedere nella sola giornata di lunedì una nuova audizione ai partiti per capire quale siano le loro posizioni dopo le novità degli ultimi giorni.
Il Centrodestra quindi chiederà che venga conferito un incarico a Salvini o comunque a un esponente della Lega, il Movimento 5 Stelle ribadirà invece la propria volontà di tornare subito al voto mentre per il Partito Democratico si dovrà vedere cosa accadrà in direzione.
L’idea di elezioni anticipate non entusiasma il Colle, considerando anche che con questa legge elettorale difficilmente si riuscirebbe ad avere un chiaro vincitore anche con un replay del voto del 4 marzo.
Meglio dunque allestire un governo istituzionale che possa traghettare il paese alle urne nel 2019, giusto il tempo per imbastire una manovra finanziaria che possa evitare l’innalzamento dell’Iva a partire dal prossimo anno. Se si vorrà mettere mano anche alla legge elettorale, i tempi si allungherebbero di conseguenza.
Giorgetti o Cassese
Come detto, il Movimento 5 Stelle con ogni probabilità si andrà a tirare fuori da ogni possibile governo istituzionale. Per avere una maggioranza di conseguenza questo possibile esecutivo dovrà essere formato, oltre che dagli entusiasti Forza Italia e PD ala renziana, anche dalla Lega.
Difficile però che per Matteo Salvini si possano aprire le porte di Palazzo Chigi: il leader del carroccio viene considerato ancora troppo “scomodo” per un governo condiviso, soprattutto dopo il suo sostegno espresso a Putin durante la crisi siriana.
Ecco dunque che sempre pescando nella Lega potrebbe spuntare fuori il nome di Giancarlo Giorgetti, l’autentico deus ex machina di Salvini che viene visto come una figura molto più diplomatica rispetto al suo segretario.
Più che istituzionale però questo sarebbe un vero e proprio governo politico, che potrebbe nascere solamente grazie all’appoggio esterno del Partito Democratico o di una parte di esso. Renzi ha già scoperto le sue carte a riguardo: tra deputati e senatori, può contare in Parlamento su 120 fedelissimi.
Se questa opzione dovesse cadere, a quel punto il Quirinale potrebbe imporre un proprio nome per un governo di scopo e con scadenza ben definita. Sergio Mattarella starebbe pensando a Sabino Cassese come premier: il costituzionalista piace al PD ma molto meno al Centrodestra.
In un modo o nell’altro la cosa positiva è che questo teatrino al massimo la prossima settimana dovrebbe giungere al suo termine. Che si ritorni subito alle urne oppure si dia vita a un governo, l’importante è che si faccia qualcosa perché il paese ha bisogno di uscire da questo pantano politico in cui ristagna ormai da mesi.