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Cella troppo piccola: la Corte Costituzionale accorda il risarcimento
martedì 9 maggio 2017, di
La Corte Costituzionale ammette il risarcimento per un detenuto vissuto in una cella troppo piccola, in quanto la sua situazione si sarebbe configurata come violazione dei diritti dell’uomo e delle sue libertà.
L’Ordinamento cui fa riferimento la Polizia Penitenziaria non sarebbe stato rispettato, in quanto i diritti dei detenuti considerano la detenzione in condizioni disumane, sanciti peraltro dall’Art. 3 della Convenzione Europea sui Diritti Umani, compromettenti persino per l’equità del processo.
L’autore della domanda di risarcimento, tuttavia, era in stato di internamento e secondo la Legge egli non avrebbe avuto diritto al ricorso, visto che le condizioni tra i due status di detenzione non risultano essere pienamente parificate.
La pronuncia della Corte Costituzionale supera però i diritti legittimi del singolo detenuto e la Sentenza fa preciso riferimento alle diverse condizioni tra detenzione e internamento, disciplinati proprio dall’Art. 3 del Ordinamento Penitenziario.
Vediamo cosa prevede la Sentenza e quali sono le violazioni che hanno scatenato il ricorso dell’internato.
Cella troppo piccola: quali sono i diritti dei detenuti
La cella troppo piccola per l’internato autore della domanda di risarcimento accordata dalla Corte Costituzionale ha richiamato l’attenzione sulle condizioni delle carceri italiane e sul lavoro sempre più difficile della Polizia Penitenziaria, già alle prese con i problemi connessi al riordino delle carriere.
L’Ordinamento Penitenziario prevede innanzitutto che le condizioni tra internati e detenuti siano di assoluta parità, per cui anche i diritti sanciti dall’Art. 3 della Convenzione Europea sui Diritti dell’Uomo sono applicabili ad entrambi gli status, che si differenziano per le misure di sicurezza assegnate.
A differenza dei detenuti, puniti ad exemption con il carcere a vita e con misure di sicurezza più restrittive, gli internati possono essere ospiti di aziende agricole, case di lavoro o altre attività di responsabilità dell’Amministrazione Penitenziaria.
Il detenuto ha diritto ad utilizzare la toilette privatamente, all’areazione e all’accesso alla luce e aria naturali, oltre che ad un riscaldamento funzionante e delle regole sanitarie di base. Come primo diritto, però, viene imposto uno spazio dignitoso per ogni singola persona, passibile di risarcimento in caso di violazione.
I motivi del risarcimento accordato dalla Corte Costituzionale
Il risarcimento accordato dalla Corte Costituzionale all’internato rinchiuso in una cella troppo piccola non avrebbe avuto esito positivo se i giudici avessero considerato legge in modo letterale, dato che nell’Art. 35 ter dell’Ordinamento Penitenziario è imposto che esso sia accordato ai detention, non vi è cenno di internati.
La cella troppo piccola assegnata all’internato autore della domanda di risarcimento copriva uno spazio inferiore a tre metri e avrebbe oppresso il ricorrente per 132 giorni all’interno della casa di lavoro assegnata come misura detentiva.
La Corte Costituzionale ha però chiarito che i diritti di detenuti e internati sono di assoluta parità e qualora gli internati non potessero beneficiare di una riduzione della durata della misura di sicurezza, essi abbiano comunque diritto al risarcimento in forma patrimoniale.