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Casaleggio: “Non si può ribaltare il risultato delle urne, Di Maio il candidato più votato”
venerdì 6 aprile 2018, di
Non sembrerebbe avere dubbi Davide Casaleggio nel ribadire la bontà della linea politica portata avanti in questo primo round delle consultazioni dal Movimento 5 Stelle. Anche per il presidente dell’Associazione Rousseau, spetta a Luigi Di Maio essere il prossimo inquilino di Palazzo Chigi.
Il superamento poi di ogni distinzione in questi tempi moderni tra destra, sinistra e centro, secondo Casaleggio sarebbe la giustificazione del doppio appello indirizzato dai 5 Stelle sia alla Lega che al PD.
Governo al Movimento 5 Stelle
Come è ben noto Davide Casaleggio non è uno a cui piace molto rilasciare interviste e apparire in pubblico. Visto il delicato momento politico che l’Italia sta vivendo, il figlio del guru del Movimento 5 Stelle ha deciso di fare uno strappo a questa abitudine concedendosi sulle colonne del Sole 24 Ore.
Le parole del presidente dell’Associazione Rousseau assumono di conseguenza un tono quasi granitico, andando così a confermare quale sarà la linea politica dei pentastellati in questa ingarbugliata partita per la formazione del prossimo governo.
Luigi Di Maio è stato il candidato premier più votato il 4 marzo, con oltre 11 milioni di voti. Una volontà popolare ampiamente espressa, dunque. Non vedo ragioni per ribaltare il risultato delle urne. Non è più possibile ragionare con le categorie novecentesche di destra, sinistra e centro. Non fanno più parte del vissuto dei cittadini.
Il Casaleggio pensiero è quindi chiaro: non considerando il Centrodestra come un corpo unico ma guardando soltanto ai voti presi dai singoli partiti, visto che ognuno di questi esprimeva un proprio candidato premier, è chiaro che lo scorso 4 marzo sia stato Luigi Di Maio a essere il più votato e quindi ad avere il diritto di guidare il paese.
Per smarcarsi poi dalle accuse di ambiguità piovute addosso al Movimento 5 Stelle dopo il contemporaneo occhiolino alla Lega e al PD, il giovane Casaleggio la butta sulla filosofia aggiungendo nell’intervista che ormai le ideologie non esistono più e appartengono solo al passato.
L’obiettivo dei 5 Stelle nei prossimi giorni sarà dunque quello di ragionare sui temi programmatici e non sul colore delle bandiere. L’unico a cui però è chiusa a prescindere la porta è Silvio Berlusconi, figura troppo scomoda da poter essere accettata anche da questa nuova veste del Movimento che, da partito di protesta, sembrerebbe essere diventato ora quello più disposto al dialogo.