Brexit, l’ultimatum che affossa la sterlina: peggior tonfo dal flash crash del 2016

Brexit: l’ultimatum lanciato da Boris Johnson ha avuto un impatto deciso sulla sterlina inglese tornata a scambiare in forte ribasso.

Già ieri il pound è crollato sui minimi di due anni, nel momento in cui l’ipotesi di no-deal ha ripreso a spaventare i mercati finanziari.

Le cose sono peggiorate nel momento in cui il nuovo Primo Ministro britannico ha scelto di lanciare un nuovo guanto di sfida all’Ue con un ultimatum. La sterlina inglese ha accentuato le perdite e ha iniziato a viaggiare verso i minimi del 2016.

Brexit, sterlina giù: cosa dice l’ultimatum di Johnson

Boris Johnson è stato chiaro: il Governo britannico non intraprenderà alcun colloquio con l’Unione europea a meno che quest’ultima non accetterà di riaprire l’accordo sulla Brexit già negoziato da Theresa May.

Questo il contenuto dell’ultimatum che ha imposto alla sterlina inglese di accentuare i rossi più recenti: negli ultimi 4 giorni il pound ha bruciato più di quattro punti percentuali.

L’ultima volta in cui la valuta britannica ha perso così tanto nello stesso arco di tempo è stato nell’ottobre del 2016: in quel caso la flessione del 6% è avvenuta nell’arco di un solo minuto (il famoso flash crash della sterlina).

Secondo alcuni analisti tra cui Lee Hardman di MUFG, il pound potrebbe tornare a scambiare su quei minimi post Brexit visto che i mercati non hanno ancora scontato del tutto l’ipotesi di no-deal.

Per il momento la valuta di Sua Maestà continuerà a fare i conti con il braccio di ferro tra Johnson e l’Ue: quest’ultima non ha dato apparentemente peso all’ultimatum del PM britannico e alla sua decisione di prepararsi al no-deal.

Secondo alcune indiscrezioni di stampa, per l’Unione tutto questo si rivelerà un sonoro bluff. Le perdite della sterlina, però, non verranno cancellate.