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Bilancio Lazio: i motivi del rosso da 13 milioni
lunedì 23 settembre 2019, di
È un bilancio in rosso per la Lazio di Claudio Lotito quello che è stato chiuso lo scorso 30 giugno. Per quanto riguarda la stagione 2018/2019, i biancocelesti hanno fatto registrare una perdita pari a 13,16 milioni.
Un dato questo in controtendenza rispetto al bilancio separato e consolidato dell’anno precedente, quando i capitolini chiusero con un attivo di oltre 36 milioni grazie soprattutto alle plusvalenze realizzate con le cessioni di Keita e Biglia.
La scorsa stagione invece la Lazio ha messo in cassa soltanto la cessione di Felipe Anderson, andando poi a riscattare per un totale di oltre 13 milioni i misteriosi giovani portoghesi Bruno Jordao e Pedro Neto, che lo scorso luglio sono stati entrambi venduti al Wolverhampton per una cifra complessiva di 27,5 milioni.
Oltre alla diminuzione delle plusvalenze, a influire sul rosso di bilancio dei biancocelesti c’è poi anche la totale dipendenza nei confronti dei diritti televisivi per quanto riguarda la voce introiti: su un fatturato totale di 122,96 milioni, gli incassi dalle TV sono stati pari a 81,64 milioni ovvero il 66,4% del totale.
Lazio: bilancio 18/19 in rosso
Da quando è diventato il presidente della Lazio, Claudio Lotito ha sempre avuto una gestione più che oculata risanando le disastrate casse del club dopo il crack Cirio senza rinunciare mai ad allestire squadre competitive capaci di vincere sotto la sua gestione tre Coppe Italia e due Supercoppe.
L’ultimo bilancio separato e consolidato della società, chiuso lo scorso 30 giugno e relativo alla stagione sportiva 2018/2019, ha fatto registrare una perdita di 13,16 milioni a fronte di un attivo che lo scorso anno era stato invece di 36,26 milioni.
Il primo dato che incide su questa inversione di tendenza è la diminuzione di 4,27 milioni rispetto l’anno prima del fatturato, sceso in totale a 122,96 milioni, visti i minori introiti esteri “in quanto, diversamente dalla stagione precedente, non sono stati accantonati i significativi ricavi maturati per la qualificazione alla prossima Europa League, in ossequio alle nuove raccomandazioni della FIGC”.
Leggendo nel dettaglio le voci che determinano il valore della produzione, emerge una difficoltà da parte della Lazio a crescere per quanto riguarda gli incassi derivanti dal marketing (1,54 milioni), da sponsor e pubblicità (20,77 milioni) e dai ricavi da gare (10,87 milioni).
Tolti tutti gli altri ricavi vari (8,14 milioni), il grosso delle entrate del club capitolino proviene tutto dalla cessione dei diritti televisivi (81,64 milioni). Un fattore questo che è pericolosamente comune a tutte le società del nostro massimo campionato.
C’è poi la questione relativa al calciomercato. Nel 2017/2018 le cessioni di Keita, Biglia e Hoedt, avevano permesso ai biancocelesti di mettere in cassa plusvalenze totali pari a 60,85 milioni.
Nell’ultima stagione invece c’è stata soltanto la cessione di Felipe Anderson al West Ham, venduto a 31 milioni per una plusvalenza di 23,2 milioni, mentre sono stati spesi quasi 50 milioni per rinforzare la rosa compresi gli oltre 13 milioni per riscattare i giovani Bruno Jordao e Pedro Neto, venduti poi a luglio al Wolverhampton per 27,5 milioni senza essere praticamente mai scesi in campo con la prima squadra.
Sforzi questi in sede di calciomercato che, a fronte di un aumento dei costi relativi al personale, hanno portato a un aumento del capitale immobilizzato, salito rispetto l’anno prima di 30,72 milioni e che ora ammonta a 162,82 milioni.
Il patrimonio netto della Lazio è comunque positivo per 42,89 milioni, con questo bilancio che però può essere una sorta di campanello d’allarme: senza le plusvalenze o una qualificazione in Champions, sarà difficile evitare altre chiusure in perdita.