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Avvocati contro la Cassa Forense, i motivi della protesta

martedì 17 gennaio 2017, di Anna Maria D’Andrea

Avvocati contro la Cassa Forense. Con una petizione pubblicata online ha preso avvio la protesta degli avvocati contro i costi eccessivi necessari per pagare i contributi previdenziali all’Ente di categoria.

Perché protestano gli avvocati ma, soprattutto, hanno ragione? I motivi della protesta e della petizione promossa dagli avvocati del Foro di Catania sono i costi eccessivi che gli iscritti alla Cassa Forense devono sostenere obbligatoriamente per avere diritto ad una pensione irrisoria se commisurata alla spesa affrontata negli anni.

Non è la prima volta che gli avvocati si scagliano contro la Cassa Forense e al centro del dibattito e della protesta dei professionisti sono da sempre i costi troppo onerosi per l’iscrizione alla previdenza obbligatoria di categoria.

Contro la Cassa Forense non soltanto gli avvocati che esercitano da anni la professione e che quindi, nonostante la crisi dell’avvocatura, possono comunque vantare stipendi dignitosi. Ad essere colpiti da costi eccessivi per la contribuzione minima soprattutto i più giovani che dopo aver ottenuto l’abilitazione tramite concorso nazionale sono obbligati a pagare i contributi previdenziali dal momento dell’iscrizione all’Albo e, nonostante le agevolazioni previste, non è sempre facile pagare quanto richiesto dalla Cassa Forense.

La petizione promossa da un gruppo di avvocati di Catania è destinata ad aprire un nuovo capitolo alla lotta tra Cassa Forense e avvocati e dopo sole 48 ore dal lancio della petizione online risultano raccolte oltre 400 firme.

Hanno ragione gli avvocati a protestare contro i costi eccessivi da sostenere per l’iscrizione alla Cassa Forense? Vediamo i perché della protesta e le ragioni alla base dello scontro tra avvocati e Ente di previdenza forense.

Avvocati contro la Cassa Forense, i motivi della protesta

Per avere diritto ad una pensione minima di circa 400 euro gli avvocati iscritti alla Cassa Forense sono obbligati a pagare una somma di 3.800 euro all’anno per 35 anni. Una somma eccessiva, questa la denuncia degli avvocati del Foro di Catania che hanno avviato una petizione online per chiedere alla Cassa Forense di rivedere il regime contributivo obbligatorio.

Non solo. La Cassa Forense spende 3 milioni di euro all’anno per costi di amministrazione e, tra questi, 73 milioni di euro all’anno sono destinati al compenso del Presidente, 56 mila euro al vicepresidente, e 413 euro di gettone di presenza, più di quanto previsto per una pensione minima.

I soldi versati dagli avvocati per il pagamento dei contributi previdenziali obbligatori alla Cassa Forense sono in realtà destinati a finanziare spese amministrative e stipendi della dirigenza? Questa la denuncia, neanche tanto velata, della petizione online lanciata da Goffredo D’Antona, Monica Foti, Salvatore Manna, Dario Pruiti, Biagio Tinghino, Francesco Aurichella, avvocati del Foro di Catania e non iscritti a nessun sindacato.

Sulla pagina facebook lanciata dai firmatari della petizione il comunicato degli avvocati contro la Cassa Forense. Ecco una sintesi dei contenuti.

Avvocati contro la Cassa Forense. Contributi obbligatori al centro della protesta

Dall’anno scorso ogni avvocato è obbligato a pagare alla Cassa Forense i contributi obbligatori di 3.800 euro annui senza considerazione del proprio reddito. Questo vuol dire che anche in caso di reddito zero è obbligatorio versare alla Cassa quanto richiesto, pena l’applicazione di sanzioni salate.

Allo stesso modo, ogni anno sono in tanti gli avvocati che si cancellano dall’Albo proprio a causa del costo eccessivo da sostenere per l’iscrizione obbligatoria alla Cassa Forense. Il tutto in netto contrasto sulla somma esorbitante che viene ogni anno spesa per pagare gli stipendi di personale amministrativo e dirigenza.

Gli avvocati hanno ragione? Fatto salvo ogni giudizio di merito, nella petizione online, alla quale è possibile aderire mandando una mail all’indirizzo [email protected], si legge:

“In questo momento storico la crisi dell’Avvocatura è evidente a tutti e tanti Avvocati fanno sacrifici enormi ogni due mesi per pagare quanto dovuto, togliendo risorse economiche all’aggiornamento professionale, alla retribuzione dei collaboratori. Assistiamo a continue cancellazione dagli Albi da parte di avvocati di tutte le età per difficoltà di ogni tipo, ma tra queste proprio il pagamento della Cassa forense“.

La protesta degli avvocati contro la Cassa Forense servirà a qualcosa? Staremo a vedere se ci saranno novità relative ai contributi obbligatori per gli avvocati iscritti all’Albo.

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