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Appalti Expo: ok del GIP, altri sei mesi di tempo per indagare su Giuseppe Sala

lunedì 9 gennaio 2017, di Alessandro Cipolla

Appalti Expo altri sei mesi di tempo di tempo per indagare su Giuseppe Sala. Il gip Lucio Marcantonio ha accolto la richiesta presentata, lo scorso 12 dicembre, dal sostituto procuratore generale, Felice Isnardi, di prorogare le indagini sull’attuale sindaco di Milano.

Nell’inchiesta sull’appalto Expo “piastra dei servizi”, il più grande dell’intera Esposizione Universale con un valore di 272 milioni, Giuseppe Sala è accusato di falso materiale e ideologico, dopo che il gip Andrea Ghinetti ha respinto la richiesta di archiviazione della sua posizione, che era stata presentata dai pm Giovanni Polizzi, Roberto Pellicano e Paolo Filippini.

Oltre che su Giuseppe Sala, le indagini sull’appalto Expo proseguiranno anche per gli altri sei indagati della vicenda. La Procura generale di Milano avrà così altri sei mesi di tempo per approfondire i particolari di questa indagine, che riguarda il periodo in cui il l’attuale sindaco del capoluogo lombardo ricopriva il ruolo di commissario unico dell’Expo 2015.

Appalti Expo: l’inchiesta che riguarda Sala

La Procura avrà tempo fino al 10 giugno per indagare su Giuseppe Sala, oltre che sulle altre sei persone coinvolte nell’inchiesta. Il sindaco di Milano è accusato di falso materiale e ideologico, per una vicenda risalente ad alcuni anni fa.

Nel particolare, Sala viene accusato di aver retrodatato, quando era commissario unico dell’Expo, due verbali del maggio 2012 che riguardavano la sostituzione di due componenti della commissione aggiudicatrice della piastra, che erano risultati incompatibili al ruolo.

Quando Sala ha ricevuto la notizia, lo scorso 15 dicembre, di essere indagato dalla Procura, subito si autosospese, per poi tornare al suo lavoro di sindaco cinque giorni più tardi. L’inchiesta quindi va avanti, alimentando le polemiche che lo investono fin da quando scelse di entrare in politica.

Le polemiche attorno Giuseppe Sala

Quando decise di partecipare alle primarie del Pd, in molti si chiesero se Giuseppe Sala fosse incandidabile. Tutto nasceva dal fatto che, all’epoca, ancora non si era dimesso da dalla carica di commissario unico dell’Expo 2015 e, quindi, non candidabile e non eleggibile visto che le dimissioni presentate non erano state protocollate.

Il Movimento 5 Stelle fece ricorso, ma il Tar della Lombardia decretò Beppe Sala candidabile, spianando così la strada dell’ex commissario all’Expo verso la poltrona di primo cittadino di Milano.

Sette mesi dopo, sono però gli appalti Expo a procurare grattacapi a Sala. Dopo i tanti problemi della sindaca Virginia Raggi a Roma, tra scandali e inchieste, anche a Milano quindi il primo cittadino non dorme, di certo, sonni tranquilli.

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