Omicidio di Desirée: per il Tribunale due arrestati non l’hanno uccisa

Sembra che non ci voglia essere giustizia per l’omicidio di Desirée, la ragazza di 16 anni morta in uno stabile occupato a Roma. Infatti il Tribunale del Riesame, o Tribunale della Libertà, ha da poco espresso il suo verdetto su due dei quattro indagati per l’atroce vicenda.

Domani invece saranno interrogati il terzo indiziato e il quarto, colui che sembra aver venduto la droga alla teenager.

Ecco cosa è stato deciso e perché.

Omicidio Desirée: Il Riesame dice la sua

Il Tribunale della Libertà ha sottoposto a indagine esterna i provvedimenti restrittivi emessi per gli indagati accusati di aver ucciso la sedicenne Desirée.

In particolare oggi sono stati analizzati Chima Alinno, 47enne e di origine nigeriane, e il Brian Minthe, 43enne del Senegal. I due sono stati scagionati, infatti il Riesame non li reputa colpevoli per aver ucciso volontariamente la ragazza.

Inoltre il Tribunale ha accolto le istanze della difesa, modificando l’accusa di violenza sessuale di gruppo in abuso sessuale aggravato dalla minore età della vittima. Tuttavia rimane il reato per spaccio, quindi Chima e Brian rimarranno in carcere.

Domani, invece, sarà il gran giorno per Mamadou Gara, 27enne senegalese, il terzo arrestato ingagato per lo stupro e l’omicidio di Desirée. Un reato consumatosi nella città capitolina all’interno di un palazzo abbandonato nel quartiere di San Lorenzo, notoriamente conosciuto per la facilità con cui si consuma droga e alcol tra i giovani.

Ci sarà anche l’interrogatorio per il quarto indiziato, Marco Mancini di 36 anni, il pusher che sembra aver venduto la droga a Desirée.