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Vendita dei beni pubblici: in arrivo il decreto anti-deficit

martedì 16 luglio 2019, di Isabella Policarpio

Vendita dei beni pubblici: è questa l’ultima trovata del Governo per recuperare le risorse necessarie a diminuire il deficit e rispettare le direttive di Bruxelles. La Corte dei Conti ha infatti appena approvato il programma di vendita che dovrebbe essere sottoposto a votazione finale entro la fine della prossima settimana.

Il testo prevede la vendita di immobili e terreni pubblici inutilizzati, gestita da Invimit e dal Demanio, e anche delle caserme dismesse, gestita dal Ministero della Difesa.

Anche i Comuni avranno un ruolo di primo piano, in quanto provvederanno a tutti gli adempimenti burocratici necessari. Ai più virtuosi saranno riservati premi in denaro in base ai ricavi di vendita.

Vendita dei beni pubblici: cosa prevede il decreto in arrivo

Dal quotidiano il Sole24Ore, si apprende che il Governo sta pensando ad un decreto anti-deficit che prevede, come misura d’emergenza, la vendita degli immobili pubblici, come ad esempio caserme dismesse e terreni inutilizzati.

Il programma di vendita dei beni pubblici è stato appena votato positivamente in Corte dei Conti e dovrebbe essere approvato in via definitiva entro la fine della prossima settimana. Nello specifico, il progetto di vendita servirà a recuperare circa 1,25miliardi di euro per arginare il deficit e conformarsi alle direttive di Bruxelles.

La vendita degli immobili e terreni di Stato sarà gestita in egual misura da due enti: Invimit (società di gestione del risparmio del Ministero dell’Economia e delle Finanze) la quale si occuperà della metà del piano di vendita immobiliare; dall’Agenzia del Demanio che si occuperà dell’altra metà.

Il Ministero della Difesa, invece, gestirà la vendita delle caserme dismesse, ben 41 sparse sul territorio della Penisola.

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Vendita dei beni pubblici: il ruolo dei Comuni

Nel testo del progetto si legge che i Comuni avranno un ruolo fondamentale nella vendita degli immobili pubblici. Gli enti territoriali dovranno da una parte fornire gli immobili e dall’altra provvedere a tutti i passaggi burocratici necessari, ad esempio le variazioni urbanistiche e di destinazione dell’immobile, funzionali all’accrescimento del valore immobiliare.

Per i Comuni che eseguiranno le vendite, il decreto prevede una somma premiale che si stima tra il 5 e il 15% del ricavato della vendita. La determinazione dell’importo da versare ai Comuni verrà effettuata guardando alla velocità dell’iter eseguito:

  • il 15% dell’importo della vendita, ai Comuni che impiegano meno di un anno;
  • il 5% per chi impiega più di 2 anni;
  • tra il 10 e il 13% per le tempistiche intermedie.

Per ottimizzare le vendite sarà necessario stipulare accordi ad hoc tra il Governo e i singoli Comuni.

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