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Elezioni in Grecia, Varoufakis ha scelto: “Voto Unità popolare”

sabato 19 settembre 2015, di Christian Dalenz

Dopo che si era speculato molto su ciò che avrebbe scelto di fare in occasione delle elezioni politiche in Grecia di domani 20 settembre 2015 (astensione, voto, fondazione di una proprio partito) Yanis Varoufakis ha finalmente rivelato, in una dichiarazione rilasciata al sito pressproject.gr quale sarà la propria scelta alle urne: voterà Unità Popolare, il partito fondato da ex dissidenti di Syriza e guidato dall’ex Ministro dell’Ambiente Panagiotis Lafazanis.

Il gruppo era fuoriuscito da Syriza perché ha deciso di non accettare le scelte fatte dall’ex capo di governo, Alexis Tsipras, e di essere anche disposto a lavorare perché la Grecia lasci la zona euro.

Proprio la questione Grexit era dunque alla base della dissidenza tra il gruppo di Lafazanis e Tsipras, che invece ha deciso di scartare la possibilità.
Varoufakis sembrava inizialmente essere in una posizione intermedia: fare di tutto perché la Grecia mantenga l’euro ma essere pronti anche all’uscita (in questo senso aveva preparato con il suo consulente James Galbraith un possibile piano, di cui abbiamo scritto qui), diversamente dal modo in cui ha scelto di porsi Tsipras, ma leggermente meno disponibile a tale possibilità di Lafazanis.

Ora invece, a poche ore dall’apertura delle urne, questa rivelazione, insieme ad una scelta precisa rispetto ai candidati per cui esprimerà la propria preferenza, a suo avviso persone moralmente e professionalmente impeccabili: N. Valavani e K. Isihos.

Nella sua dichiarazione, Varoufakis spiega che la scelta di andare al voto è stata fatta per annullare la volontà popolare espressa nel referendum dello scorso 5 Luglio, contraria all’applicazione del memorandum che pure il governo greco ha in seguito deciso di stipulare con i suoi creditori. Accordo che per lui rappresenta la continuazione delle stesse politiche di austerità che sono state applicate in Grecia negli ultimi 6 anni: attraverso di esso il Paese si starebbe privando degli strumenti per dare una svolta alla crisi economica e per rompere il legame con l’oligarchia, e cita in particolare alcune delle disposizioni accordate (i surplus di bilancio, le privatizzazioni, la subordinazione dell’Unità contro i Crimini Finanziari alla Troika e in generale la completa sottomissione ad essa; abbiamo già scritto delle [critiche puntuali di Varoufakis all’accordo raggiunto>/Le-opinioni-di-Varoufakis-sul-terzo-memorandum-Grecia-Troika] e delle proposte che aveva avanzato per un diverso memorandum).

Dunque Syriza, per l’ex Ministro, ha accettato il dogma T.I.N.A. (There is no alternative", non c’è alternativa, coniato per la prima volta dall’ex Primo Ministro inglese Margaret Thatcher), già usato sin dal 2010 da tutti i governi greci che si sono succeduti per applicare l’austerità: chi considera sbagliata questa strada non ha altra scelta che votare un partito che vi si opponga.

Escludendo i neonazisti di Alba Dorata, le alternative possibili per Varoufakis sono solamente due: Il Partito Comunista Greco e Unità Popolare. Quest’ultimo, come abbiamo detto, sarà da lui scelto per il voto sulla scheda elettorale.

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