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Telegraph: il salvataggio di Cipro sarà il modello standard per il futuro? Eurozona spaccata in due

lunedì 24 giugno 2013, di Erika Di Dio

I colloqui in Lussemburgo volti ad assicurare che siano gli azionisti e gli obbligazionisti a sopportare il peso dei fallimenti bancari, piuttosto che i contribuenti, hanno portato ad un nulla di fatto dopo quasi 20 ore di trattative. Sono stati descritti come "caotici".

Accordo politico?

I colloqui si sono concentrati su come i risparmiatori dovrebbero essere trattati, con la Germania ed altri paesi della zona euro che insistono su regole rigide che comporterebbero perdite sui contribuenti con più di €100.000 nei loro conti. Francia e Gran Bretagna, insieme ad altri membri della zona euro non-UE, vorrebbero più flessibilità per tutelare i risparmiatori.

I ministri delle finanze europei si riuniranno nuovamente mercoledì, nel tentativo di sbloccare la situazione.

"Penso che saremo in grado di raggiungere un accordo, se ci prendiamo ancora qualche giorno", ha detto Michel Barnier, commissario europeo responsabile della regolamentazione bancaria.

"Non siamo lontani da un accordo politico".

Ma Michael Noonan, ministro delle Finanze irlandese, che ha presieduto i colloqui, ha detto che ci sono stati "problemi reali e fondamentali rimasti in sospeso".

"Si tratta principalmente di una questione euro, non-euro", ha detto, aggiungendo che il divario tra i negoziatori è stato così ampio che non aveva più alcun senso continuare. Un funzionario in occasione della riunione lo ha descritto come "caotico".

Entrambi i lati del dibattito vogliono evitare il ripetersi dei salvataggi bancari costati ai contribuenti centinaia di miliardi di euro tra il 2008 e il 2011. L’accordo è considerato fondamentale per stabilizzare il sistema finanziario europeo ancora nel bel mezzo di una continua recessione e instabilità politica soprattutto in Europa meridionale.

Divisioni nell’Eurozona

In colloqui precedenti, i ministri delle finanze della zona euro avevano parlato di come regolare un fondo centrale di salvataggio di € 500 miliardi. I paesi non facenti parte dell’area euro non farebbero parte di quel sistema e quando si sono uniti ai negoziati venerdì, essi hanno sostenuto che non dovrebbero essere vincolati da rigide regole per i contribuenti quando le banche falliscono.

Gran Bretagna, Francia, Danimarca e Svezia insistono sul fatto che ci dovrebbe essere più margine di manovra per tenere conto delle differenze tra i regimi nazionali di regolamentazione. Il Ministro delle Finanze svedese, Anders Borg, ha definito l’approccio one size fits all "molto pericoloso".

Il gruppo tedesco ha cercato di utilizzare la tassa imposta sui risparmiatori a Cipro come modello per tutti i fallimenti bancari futuri nei 27 Stati membri dell’UE.

Il Ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble ha detto che le nuove regole non dovrebbero variare perché questo potrebbe mettere alcune delle banche con sede in più paesi più piccoli e poveri in una situazione di svantaggio competitivo. I paesi più ricchi potrebbero continuare a tenere in piedi le loro banche con fondi pubblici, ha sostenuto.

Il ministro dell’economia della Spagna, Luis de Guindos, ha detto che l’accordo era vitale. "La cosa fondamentale è che ci sia un accordo sulla gestione dei salvataggi e sulla tutela dei piccoli risparmiatori", ha detto.

Traduzione italiana a cura di Erika Di Dio. Fonte: Telegraph

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