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Taglio stipendio parlamentari: cosa prevedono la proposta M5S e quella di Renzi
lunedì 24 ottobre 2016, di
Taglio dei costi della politica e, in particolare, dello stipendio dei parlamentari: il tema è tornato improvvisamente al centro del dibattito politico italiano.
Oggi, infatti, in Aula alla Camera è iniziato l’iter del ddl presentato dal Movimento 5 Stelle a prima firma Roberta Lombardi che prevede il dimezzamento del salario di deputati e senatori con possibili risparmi per le casse dello Stato fino a 87 milioni di euro.
Proposta alla quale il premier Matteo Renzi ha replicato proponendo di calcolare le indennità sulla base delle presenze in Aula.
Stipendio parlamentari: la proposta di legge M5S
Cosa prevede il disegno di legge M5S attualmente in discussione?
- La proposta del Movimento 5 Stelle punta a tagliare la parte fissa dell’indennità da 5.000 euro a 2.500 euro netti al mese. Secondo il disegno di legge, inoltre, le indennità che spettano ai membri delle assemblee o dei consigli regionali non possono essere superiori all’indennità spettante a deputati e senatori.
- La legge prevede un rimborso per le spese di soggiorno e di viaggio non superiore ai 3.500 euro mensili.
- A ogni parlamentare spetta un rimborso per l’esercizio di mandato e la retribuzione dei collaboratori pari a 3.690 euro mensili.
- L’importo dell’indennità per la cessazione del mandato è commisurato all’importo dell’indennità parlamentare e alla durata complessiva del mandato svolto.
- Per quanto riguarda il sistema previdenziale, ai parlamentari viene applicato il calcolo contributivo. I deputati e i senatori maturano il diritto alla pensione una volta compiuto il 65esimo anno d’età e dopo aver svolto un mandato di almeno 5 anni.
- Ai parlamentari vengono applicate, per quanto compatibili, le norme in materia di congedo di maternità, congedo di paternità e congedo parentale.
Stipendio parlamentari: la controproposta di Renzi
Ospite a In ½ ora di Lucia Annunziata su Rai3, il premier Matteo Renzi ha lanciato la sua controposta in tema di taglio dei costi della politica:
“Il Pd è favorevole a ridurre gli stipendi, il problema è come farlo. Ad esempio potremmo dare ai parlamentari l’indennità sulla base delle presenze. Di Maio ha il 37 per cento delle presenze e prende il doppio di me che non sono parlamentare. Alla fine del mese gli si dia il 37 per cento dello stipendio”.