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Taglio alle pensioni d’oro? Ecco quali potrebbero essere le 2 mosse del Governo

mercoledì 3 luglio 2013, di Valentina Pennacchio

Dopo il parere contrario della Corte Costituzionale all’ipotesi di taglio alle pensioni d’oro, il Governo prende tempo e si organizza cercando un escamotage e un’alternativa al contributo di solidarietà, perché una cosa è certa: le pensioni vanno tagliate in nome dell’equità.

La casta delle pensioni d’oro comprende 33.000 individui, i quali percepiscono assegni che sfiorano i 3,3 miliardi di euro, costi che lo Stato potrebbe ammortizzare e indirizzare verso altri fronti, in primis quello dei giovani, stando tuttavia in guardia, visto l’occhio vigile della Consulta pronta ad intervenire. Ecco quali potrebbero essere le 2 mosse del Governo.

Taglio pensioni d’oro: 2 ipotesi

A questo punto il Governo Letta potrebbe seguire due strade per penalizzare la casta degli assegni d’oro:

  • estendere il contributo di solidarietà anche ai non pensionati, in particolare quei cittadini con reddito superiore a 90.000 euro lordi l’anno;
  • rimodulare al ribasso le aliquote di rivalutazione in rapporto alle fasce di reddito.

Su quest’ultimo punto ricordiamo che gli assegni pensionistici sono rivalutati in base all’inflazione e attualmente le aliquote sono 3:

  • 100% dell’inflazione fino a 1400 euro mensili;
  • 90% per la fascia da 1400 a 2400 euro;
  • 75% oltre i 2400 euro.

Anche in questo caso bisognerà attendere l’autunno per conoscere la decisione del Governo?

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