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Suicidi per crisi economica: 119 casi dall’inizio dell’anno. E’ boom in Italia

martedì 26 novembre 2013, di Valentina Brazioli

Suicidi per crisi economica. Quattro drammatiche parole che messe insieme fanno particolarmente male, perché segnalano una situazione di autentico allarme sociale nel nostro Paese, ormai flagellato da una crisi senza precedenti. Una crisi che incide sulla carne viva degli italiani, e che non lascia alle persone neanche più la speranza necessaria a tirare avanti, a credere in un avvenire meno crudele, dove finalmente si possa intravedere una parvenza di luce in fondo a un tunnel che sembra invece non voler finire mai.

119 casi nel 2013

Il dramma dei suicidi per motivi economici ce lo ha raccontato il Link Lab, il Centro Studi e Ricerche Socio Economiche dell’Università Link Campus University, il quale, dall’inizio dell’anno, ha stimato ben 119 vittime della crisi, o di ragioni ad essa riconducibili. Numeri particolarmente funesti proprio quelli di questo autunno: 13 episodi a settembre e addirittura 16 a ottobre, con ben poche speranze per un novembre che si concluda con un quadro a tinte meno fosche.

Più vittime tra imprenditori e disoccupati

Andando più in profondità, i dati di questa ricerca ci consegnano il ritratto di un’Italia ormai stremata dalla crisi economica, con particolare riferimento agli imprenditori e ai disoccupati, due categorie accomunate dalla disperazione: da una parte di chi non riesce a risollevarsi da situazioni debitorie ormai imponenti e ,dall’altra, per la cronica mancanza di un lavoro che consenta di mantenere se stessi e la propria famiglia con un minimo di dignità. Nei primi dieci mesi dell’anno, infatti, si sono suicidati 54 imprenditori e 46 disoccupati. Un dato, quest’ultimo, che ha subito un impressionante aumento: nell’intero 2012 erano "solo" 28.

Maglia nera per il Nord ma aumenti anche al Sud

Ma è dalle ripartizioni geografiche del fenomeno che arrivano le prime sorprese. E’ al Nord, infatti, per decenni sinonimo di benessere e meta prediletta per chi ambiva a migliori condizioni di vita, che spetta la maglia nera dei suicidi per motivazioni economiche. Ma anche l’aumento registrato anche nel Sud d’Italia, dove i suicidi, per ragioni storiche e culturali, sono sempre stati di meno, getta un’ombra particolarmente sinistra sulla situazione di evidente disperazione che sta attanagliando sempre di più gli italiani.

Gli italiani vivono ormai alla giornata

La disoccupazione crescente, il fisco che strangola le imprese, il costo della vita in perenne aumento, la crisi economica che morde e fa sempre più male. Ci sono molte ragioni che possono spiegare queste fosche statistiche, ma la vera domanda è: gli italiani hanno smesso di sperare? Sembrerebbe proprio di sì: la crisi ci ha tolto ogni forma di progettualità e, secondo un rapporto del Centro Einaudi diffuso ieri, quasi quattro italiani su dieci vivono alla giornata, e un altro terzo non programma il futuro della propria famiglia oltre i sei mesi. Peggio di noi pochi altri Paesi europei, con il triste e prevedibile primato della Grecia.

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