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Spread sotto i 280 punti, ma cosa succede? Come sarà dopo le elezioni? Scenari
martedì 5 febbraio 2013, di
Lo spread che ci ha fatto tanto preoccupare in alcuni periodi del 2011 e del 2012, sembrava ormai potersi dire un "problema passato" e invece questa mattina il differenziale tra i BTp ed i Bund tedeschi a 10 anni ha superato la cosiddetta "soglia Monti" a 287 punti, per poi scendere di nuovo al di sotto dei 280 punti.
Anche se non si tratta di un vero allarme, lo spread ha oggi raggiunto un livello di oltre 30 punti base superiore alla media degli ultimi due mesi. Un innalzamento che non soltanto ci porta ad indagarne le cause, ma pone anche un quesito riguardo a cosa potrebbe accadere alla curva del differenziale dopo le prossime elezioni politiche in Italia.
Spread: cosa succede?
Lo spread è ormai entrato nel linguaggio comune di noi italiani, ma perché ha improvvisamente ripreso a salire?
La ripresa economica dopo la crisi è quello che è, ma l’aggiunta dell’instabilità politica delle elezioni in Italia il cui risultato è tutt’altro che prevedibile e lo scossone politico e mediatico che coinvolge il Premier Spagnolo Rajoy per aver ricevuto soldi in nero contribuiscono certamente ad aggravare la situazione, per altro già precaria. Anche lo scandalo Mps gioca la sua parte in quanto a incertezza e preoccupazione dei mercati.
Si aggiunga, poi, che i mercati sono in rialzo da novembre e le "bad news" danno adito alle "prese di profitto" che consolidano i guadagni degli investimenti.
Chi fa salire e scendere lo spread?
A proposito di spread, gli italiani si domandano quale direzione potrebbe prendere a seguito delle elezioni previste per la fine del mese. Mario Monti ha annunciato che in caso di vittoria di Silvio Berlusconi, lo spread sarebbe destinato a salire. D’altra parte, Silvio Berlusconi ritiene che l’eccessiva volatilità dei mercati sia da attribuirsi allo scandalo che riguarda il Montepaschi
Le analisi degli investitori si pongono di giudicare se nel breve periodo il quadro politico sia sufficientemente stabile per garantire alle aziende le condizioni ideali di generare profitti.
Nel dicembre del 2011 c’era il Governo Berlusconi e i mercati giudicavano la situazione italiana altamente instabile, portando così lo spread a 575 punti. Dopo l’annuncio delle operazioni LTRO grazie alle quali la BCE prestava soldi al sistema bancario, molte banche iniziarono a ricomprare i titoli di Stato Italiano, ciò nonostante durante il luglio del 2012 (Governo Monti) lo spread ricominciò a salire tornando nuovamente al di sopra della soglia 500 punti. Fu allora che Mario Draghi, presidente della BCE, annunciò l’attivazione del famoso "scudo-anti spread" (il piano OMT) e, improvvisamente i titoli europei iniziarono un trend positivo, compreso lo spred che iniziò a scendere.
Dopo l’annuncio di Draghi lo spread è sceso sotto i 250 punti, segno evidente del ruolo rivestito dalla Banca Centrale Europea nel placare la speculazione distruttiva che caratterizzava i mercati alla metà del 2012.
Elezioni 2013: scenari da spread
A ridosso delle elezioni del 2013, ci troviamo nuovamente in una situazione di instabilità ed incertezza, con la differenza però che rispetto al 2011, la BCE è pronta ad intervenire sul mercato delle obbligazioni con il piano OMT. Pur non essendo mai stato attivato, sino ad oggi il piano di aiuti condizionali da parte della BCE ha avuto l’effetto di riavvicinare gli investitori a Spagna e Italia, altrimenti tagliate fuori dai mercati.
Volendo immaginare cosa potrebbe accadere allo spread dopo le elezioni, gli analisti suppongono due scenari: uno in cui domina una maggioranza stabile al governo, l’altro in cui l’instabilità ha preso il sopravvento.
Italia stabile e governabile
Tommaso Federici, responsabile della Banca Ifigest spiega:
Ritengo assai improbabile che si possano rivedere i livelli di spread di novembre 2011 o di luglio 2012. Molto semplicemente l’instabilità politica renderebbe più difficile l’attivazione dello scudo che ora, con il sostegno potenzialmente illimitato della BCE è decisamente più credibile. Nel caso dalle urne fuoriuscisse una forte maggioranza con forze europeiste ci aspettiamo uno spread BTp-Bund intorno ai 200 punti.
Anche Paolo Balice, presidente Aiaf (Associazione Italiana Analisti Finanziari) concorda con la posizione di Federici. Nel caso in cui in Italia vincano forze europeiste che creino una maggioranza stabile, lo spread sui titoli italiani "può scendere anche al di sotto dei 200 punti come prosecuzione della rotazione dei portafogli alla ricerca di rendimenti più elevati di quelli dei mercati core".
Italia instabile e ingovernabile?
Cosa potrebbe accadere, invece, se le elezioni portassero alla formazione di una maggioranza instabile, pervasa di forze opposte e impossibilitata a governare? Secondo gli analisti, anche in questo scenario l’esistenza dello scudo anti-spread impedirebbe al differenziale di risalire a quelle pericolose soglie raggiunte nel 2011, quando i rendimenti sui titoli italiani erano oltre la soglia accettabile del 7%.
Probabilmente, spiega Luca Bottiglione, gestore di Nemesis, vedremo spread più elevati ma non al punto di dover richiedere aiuti esterni. "Questo perché i mercati in questo momento sembrano più disposti a dare credito al potere di intervento delle autorità centrali, piuttosto che seguire la politica".
Concordano anche Federici e Balice in merito. Anche in caso di uno scenario politico instabile, lo spread sui titoli italiani potrebbe salire e arrivare fino ai 300, 350 punti base, ma un ritorno ai massimi del novembre 2011 è da escludersi.