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Spesometro, al via la comunicazione di operazioni oltre i 3.600 euro
giovedì 24 aprile 2014, di
Prende il via la nuova fase dello spesometro. A divenire oggetto di cotanta attenzione da parte dell’Agenzia delle Entrate saranno i commercianti che provvedono a liquidare l’imposta sul valore aggiunto con periodicità trimestrale, e che ora dovranno subire l’obbligo di comunicare le operazioni di importo pari o superiore al tetto dei 3.600 euro, effettuate nel corso del 2013. Lo scopo è chiaro: con tale flusso informativo l’Agenzia delle Entrate cercherà di scoprire quali sono stati gli acquisti più rilevanti e, in tal modo, affinare ulteriormente la propria strategia di contrasto all’evasione fiscale.
In termini ancora più pragmatici, il compimento di operazioni di valore superiore al tetto indicato implicherà per l’Agenzia delle Entrate l’opportunità di effettuare controlli più mirati, confrontando il tenore di vita “presunto” o “presumibile” con la dichiarazione dei redditi effettuata per l’anno di riferimento. In caso di incongruenze, come da previsioni dell’oramai noto spesometro, scatterà la richiesta di spiegazioni in capo al contribuente.
L’obbligo che riguarda i commercianti che liquidano l’Iva trimestralmente è del tutto simile a quello, già introdotto lo scorso 10 aprile, in capo ai commercianti che invece procedono a liquidare l’imposta sul valore aggiunto in maniera mensile. Non solo: il prossimo 30 aprile è prevista un’ulteriore scadenza piuttosto rilevante, in capo agli operatori finanziari che emettono carte di credito, carte di debito o carte prepagate, e che andranno a completare il mosaico informativo di questa intricata primavera.
Per quanto concerne le caratteristiche della comunicazione, l’informativa verrà inviata in maniera esclusivamente telematica, indicando i dati anagrafici del contribuente che ha effettuato l’acquisto, gli importi complessivi di ogni singola transazione, la data in cui è stata effettuata la stessa, il codice fiscale del commerciante presso cui è avvenuto il pagamento elettronico ed eventuali ulteriori dettagli.
Tutto bene, dunque? Non proprio. Se infatti è pur vero che con questa nuova ondata di verifiche l’evasione fiscale dovrebbe essere più difficile, è altrettanto verso che l’allarme recentemente lanciato dalla Corte dei Conti è quanto mai valido: gli eccessivi controlli derivanti dallo spesometro potrebbero infatti favorire i pagamenti in nero, al fine di aggirare i limiti della normativa vigente.
Non solo: secondo la stessa Corte, il clamore mediatico che è suscitato dall’impatto dello spesometro è “sproporzionato” alle potenzialità dello strumento e alla presumibile efficacia dello stesso, definite, quasi impietosamente, come “limitate”. Insomma, tanto rumore per nulla?