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Sciopero dei commercialisti in arrivo? Ecco le novità
giovedì 9 gennaio 2014, di
C’è aria di sciopero anche tra i commercialisti: in un articolo in edicola su Italia Oggi, infatti, si parla dell’ipotesi sempre più concreta che, a breve, a incrociare la braccia non siano più solo i classici dipendenti del trasporto pubblico (o del pubblico impiego in generale), bensì una categoria di professionisti cruciale per i contribuenti, ma anche per lo Stato italiano.
Sciopero dei commercialisti: le ragioni di una protesta
Tra le motivazioni che rischiano di spingere i commercialisti a dichiarare sciopero, spicca la tendenza dell’attuale Governo a cambiare continuamente gli adempimenti fiscali, la recente vicenda dell’obbligo di Pos per gli studi professionali (quindi anche per i commercialisti), e l’esclusione dell’equipollenza tra il titolo di dottore commercialista e quello di revisore contabile. Quest’ultima questione, ignota ai non addetti ai lavori, ha infatti cancellato la possibilità per i commercialisti di accedere automaticamente al Registro dei revisori, come invece accadeva fino al mese di settembre del 2012. Al momento, quindi, sono costretti a sostenere una prova di esame aggiuntiva a quella necessaria per iscriversi all’Ordine dei commercialisti, cosa che ha creato non pochi malumori nel settore.
Uno sciopero dagli aspetti delicati
Ovviamente, la peculiarità della professione delle quale parliamo, impedisce di proclamare scioperi a cuor leggero. Secondo quanto riporta sempre Italia Oggi, infatti, i sindacati di categoria da mesi sono al lavoro su una bozza di autoregolamentazione per il diritto allo sciopero, incontrando non poche difficoltà per via della necessaria autorizzazione da parte della Commissione di garanzia per gli scioperi, che mai consentirebbe ai commercialisti di ostacolare in qualche modo il compimento a termine degli adempimenti fiscali, vitali per lo Stato italiano. La bozza tuttavia è pronta, e a breve il 2014 potrebbe essere ricordato come l’anno in cui, per la prima volta, i commercialisti sono entrati in sciopero.
Le proteste dei commercialisti
Se anche parliamo, infatti, di una categoria che fino ad oggi mai era ricorsa allo strumento dello sciopero, negli scorsi mesi non sono certo mancate le proteste, molte delle quali legate al crescendo rossiniano di tasse dalle scadenze incerte (pensiamo soprattutto all’eterna questione della tassazione sulla prima casa), o all’introduzione dello spesometro. Se quindi, per ora, il malessere dei commercialisti è sfociato solo in una manifestazione tenutasi lo scorso 19 novembre, nel futuro le cose potrebbero essere molto diverse.
Il nodo del codice di autoregolamentazione
E’ infatti praticamente certo che l’unico motivo per il quale i commercialisti non abbiano già da tempo incrociato le braccia sia legato alla necessaria approvazione del codice di autoregolamentazione interno per avere il via libera da parte della Commissione di garanzia. Quando si tratta di servizi pubblici essenziali, infatti, bisogna individuare i livelli minimi di servizio da garantire comunque al contribuente (che non può certo rischiare sanzioni a causa dello sciopero dei commercialisti), oltre alla necessaria coniugazione dei tempi della protesta con le finestre temporali stabilite dal legislatore.