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Sanità: rivoluzione per la medicina generale. Ecco cosa cambia con la legge Balduzzi

mercoledì 6 novembre 2013, di Vittoria Patanè

La bozza in via d’approvazione da parte del comitato di settore Regione-Sanità riguardante la medicina generalmente stravolgerà totalmente la vita di migliaia di medici e pazienti.

Praticamente cambierà tutto o quasi. Questo è ciò che prevede il documento basato sulla legge Balduzzi n.189 del 2012.

Quali saranno i cambiamenti?

Saranno molti i cambiamenti che avverranno in seguito alla nuova legge: non esisterà più il “singolo” medico di famiglia, ma quest’ultimo dovrà organizzarsi in aggregazioni funzionali territoriali o in unità complesse di cure primarie.

Ogni medico dovrà inoltre aderire all’assetto regionale e istituzione del ruolo unico. Il che significa che per accedere all’assistenza primaria e alla guardia medica si dovrà essere inseriti in una graduatoria unica per titoli, stilata annualmente dalle Regioni.

Buone notizie arrivano dall’ambito revisioni: quella delle indennità, dei diritti e dei modelli non costeranno più neanche un euro.

Queste le novità più importanti contenute nella bozza al vaglio del Comitato Regione-Sanità che mira a stravolgere il mondo della medicina generale (medici di famiglia, pediatri di libera scelta e specialisti ambulatoriali).

Ruolo Unico

Per quanto riguarda il ruolo unico, esso prevede l’adesione obbligatoria dei medici all’assetto regionale e istituzionale. Requisiti e modalità di accesso all’assistenza saranno stabiliti tramite una graduatoria che ogni anno verrà redatta dalle singole entità regionali. La misura mira a garantire una copertura assistenziale continua e giornaliera (h24, 7 giorni su 7).

l passaggio al ruolo unico avverrà in maniera graduale e inizierà con la messa a regime delle due organizzazioni previste: aggregazioni funzionali territoriali e unità di cure primarie.

Indennità e incentivi

Tutte le indennità e tutti gli incentivi finora erogati verranno rivisti in base ai dettami della legge Balduzzi. Le Regioni stanno infatti attualmente cercato il modo migliore per finanziare le nuove forme associative.

Gli Accordi mirano infatti ad individuare requisiti, tempi e maniera con cui gli enti locali provvederanno alla dotazione di Aft e Uccp, ma non ci sarà nessun tipo di onere aggiuntivo.

Niente costi aggiuntivi neanche per la revisione delle regole sui diritti sindacali.

La reazione dei medici

Sbagliano se pensano di poterci trattare da dipendenti e di minare alla radice il nostro rapporto fiduciario con i pazienti. Non potremo accettare indicazioni e declinazioni applicative che non siano coerenti rispetto al nostro profilo giuridico di liberi professionisti convenzionati. E se fosse così respingeremo l’atto di indirizzo prima ancora di iniziare le trattative, così come siamo pronti a interromperle se fossero inserite strada facendo.

Ha affermato Giacomo Milillo, segretario nazionale della Fimmg, il maggior sindacato del settore. E ancora:

Il prossimo accordo nazionale rappresenta per la Fimmg un traguardo importante, l’occasione di una profonda riforma delle norme che hanno regolato e condizionato la medicina generale nei trenta anni precedenti: la ri-fondazione della medicina generale.

Insomma la rivoluzione ci sarà, ma attenzione alle reazioni.

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