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Salvare l’Euro? Barroso: Centralizzazione, Unione, Eurobond. Serve più Europa

giovedì 29 novembre 2012, di Federica Agostini

Per salvare l’Euro è necessario che l’Europa porti avanti con decisione il processo di unione e centralizzazione del potere sostiene, José Manuel Barroso, Presidente della Commissione Europea. Una delle personalità che più di tutti sostiene la necessità di maggiore integrazione per l’Europa, presenta un piano per salvare l’Euro sul lungo termine che si articola in più fasi, passando dalla centralizzazione del potere, agli Eurobond, all’unione bancaria, un progetto che allontani per sempre le speculazioni distruttive sul futuro della zona Euro.

Barroso: il piano per salvare l’Euro

Per assicurare la sopravvivenza della moneta unica, gradualmente, la zona Euro dovrebbe avviare un processo per la creazione di un governo centrale con un singolo Tesoro che abbia la facoltà di applicare tasse ed emettere Bond della comunità. Secondo Barroso, è importante che nell’arco dei prossimi 18 mesi venga istituito un budget, sia pure embrionale, che possa fornire gli incentivi alle regioni che hanno grossi problemi a far ripartire le proprie economie e che stringano accordi con Bruxelles. Una volta superato questo ostacolo, è necessario che l’Europa si avvicini all’elettorato, divenendo sempre di più un elemento vicino alla vita dei cittadini.

Centralizzazione: una nuova governance?

E’ necessario, spiega Barroso, che l’Eurozona avvii un processo di centralizzazione del potere e se i leader politici perdessero di vista il processo di unificazione che è insito nell’Unione Europea, l’effetto sarebbe quello di riportare il panico sui mercati e, nuovamente, mettere in dubbio le possibilità di sopravvivenza della moneta unica. E’ doveroso che l’Eurozona renda esplicito l’intento di cambiare le modalità secondo le quali la moneta unica (e insieme le economie ad essa relative) è governata: bisogna avviare il processo di creazione di una nuova governance Europea.

"Dobbiamo contrastare la crisi con la fiducia, dimostrando che siamo ponti ad andare avanti e a rinforzare la cooperazione e l’integrazione" ha detto Barroso, ed ha aggiunto "sono preoccupato perché non tutti i governi dell’Eurozona mostrano lo stesso senso di urgenza (verso l’unificazione) che mostravano qualche mese fa".

Verso gli Eurobond

Il piano presentato da Barroso è stato definito alquanto ambizioso per le prospettive di unione fiscale ed economica da compiersi nel medio termine (un arco temporale compreso tra i 18 mesi e i 5 anni) e grazie alle quali Bruxelles dovrà progressivamente acquisire il potere di veto sulle misure o richiedere modifiche ai piani di bilancio, assieme alla possibilità di creare fondi mediante tasse o emissione di debito.

Il passo successivo, sarebbero i bond comunitari, il cui progetto sarebbe da articolarsi in fasi differenti, a partire dall’emissione di buoni del tesoro a breve termine per poi completare l’operazione con l’emissione degli Eurobond.

Unione bancaria

Riguardo all’unione bancaria e alla creazione di un singolo organo supervisore, i governi stanno ancora battibeccando, da quando, durante l’estate fu presentata la proposta dallo stesso Barroso. A tale proposito, il presidente della Commissione Europea aggiunge che a breve rivelerà i dettagli di un nuovo piano per la creazione di un fondo unico di "risoluzione" delle banche.

Nel piano presentato, tuttavia, mancano i dettagli riguardo all’istituzione di un fondo deposito assicurativo per l’Eurozona, ma Barroso ribadisce di non aver abbandonato l’idea, nonostante la controversa corrente di pensiero che attraversa la Germania riguardo alla possibilità che l’unione bancaria costringerebbe i "solidi" contribuenti tedeschi a pagare per le banche "tremule" in Spagna o Francia.

Per un’Europa più Unita

Infine, il progetto di Barroso prevede anche una bozza di riforme che possano trasformare Bruxelles in una realtà molto più vicina all’elettorato europeo, ma si tratta comunque di una bozza incompleta che non fornisce indicazioni su come gestire il potere tra le istituzioni di Bruxelles ed il Parlamento Europeo (l’unico organo dell’UE eletto).

La maggior parte delle misure descritte dal piano "salva Euro" richiederebbero una serie di modifiche ai Trattati, ma Barroso si dice fiducioso che le elezioni Parlamentari Europee del 2014 possano avviare concretamente questo processo di riforme e cambiamenti che, nel loro schema iniziale, disegnano un’Europa davvero più Unita.

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