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Russia: Putin firma la legge che depenalizza le violenze domestiche
venerdì 10 febbraio 2017, di
È stata firmata dal presidente Putin la legge che depenalizza in Russia alcune forme di violenza domestica. La proposta di legge sulle modifiche all’articolo 116 del Codice di Procedura Penale della Federazione è perciò ufficialmente approvata.
D’ora in poi dunque violenze e percosse, qualora commesse per la prima volta e qualora non provochino danni fisici, non saranno più considerati reati ma illeciti amministrativi.
Soltanto quando la salute o la vita di chi subisce la violenza viene messa in pericolo o quando la violenza stessa si ripete nel corso di un anno, si parlerà di reato.
Insomma, se chi picchia un familiare - ad esempio la propria moglie o il proprio figlio - è stato già condannato precedentemente per lo stesso motivo e torna a commettere violenza nei confronti della stessa persona può incorrere in sanzioni penali.
In caso contrario se la caverebbe con multe, inferiori anche ai 500 euro, o con un numero di ore compreso tra le 60 e le 120 di servizi socialmente utili.
La notizia ha suscitato l’immediata reazione della stampa estera e degli attivisti per la difesa dei diritti umani. Ma la posizione degli autori della proposta di modifica della legge ormai approvata, punta sul desiderio di non interferire nella vita privata dei cittadini.
Lo stesso presidente Putin ha abbracciato la tesi, ritenendo che le autorità non abbiano il diritto di intervenire negli affari di famiglia senza motivazioni realmente valide.
Violenze domestiche in Russia: una legislazione travagliata
In Russia quello delle violenze domestiche è un problema piuttosto sentito. Non esistono dati ufficiali o comunque, in caso contrario, è difficile reperirli. Nel 2008 furono diffusi delle stime, stando alle quali ogni anno vengono uccise tra le 12mila e le 14mila donne per mano di mariti o compagni.
Inoltre l’iter per portare avanti denunce di violenza nei confronti di un familiare è sempre stato estremamente complesso, tant’è che il 90% di queste non giungeva mai in tribunale.
Dopo che per anni il diritto penale in merito di percosse si è rivelato fallace, dimostrando le sue numerose lacune, e dopo che nel 2015 un’ondata di denunce aveva catturato l’attenzione della stampa estera, le Nazioni Unite sono intervenute richiamando il governo russo a causa della mancanza di un’appropriata legislazione in materia di violenze domestiche.
Così nell’estate 2016 la Duma di Stato russa ha deciso di procedere con la depenalizzazione delle percosse generiche e la rimozione dei pestaggi non gravi dal Codice di Procedura Penale, declassandoli come violazioni amministrative.
Tale legislatura aveva però continuato ad annoverare la violenza domestica tra i crimini perseguibili penalmente. La decisione di ridurre anche questi ‘conflitti minori’ ad illeciti amministrativi è maturata dopo, incontrando l’appoggio della Chiesa Ortodossa e del presidente Putin.
Ma a sorprendere, oltre alla quasi totale maggioranza con la quale la proposta di legge è passata al Parlamento, è anche il 60% del favore che tale provvedimento ha incontrato tra i cittadini russi.