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Riforma pensioni, ultime notizie: i punti critici della manovra secondo Damiano
sabato 24 settembre 2016, di
La settimana prossima sarà la settimana decisiva per la riforma delle pensioni.
Martedì 27 settembre ci sarà infatti l’incontro finale tra sindacati e Governo, durante il quale verranno definiti i dettagli di tutti gli interventi che saranno inseriti nella riforma del settore previdenziale.
In vista del confronto è tornato a parlare dell’argomento Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro della Camera, che da mesi si sta battendo in prima linea sul fronte delle pensioni.
Secondo Damiano la riforma delle pensioni studiata dal Governo rileverebbe molti punti critici, a partire dall’Ape.
Vediamo di seguito quali sono i punti critici della riforma delle pensioni.
Riforma pensioni: penalizzazioni e Ape
Come abbiamo anticipato le critiche mosse da Damiano nei confronti della riforma delle pensioni non risparmiano nemmeno l’Ape, l’unica misura per ora certa e definita. Si tratta infatti della pensione anticipata studiata dall’esecutivo, che consiste nella richiesta di un prestito pensionistico a carico di chi deciderà di uscire in anticipo.
A non convincere Damiano sono in particolar modo le penalizzazioni: le penalizzazioni dell’anticipo pensionistico, infatti, arriverebbero a toccare punte del 7 per cento per ogni anno d’anticipo qualora non si rientri nell’Ape social, che è la variante destinata ai disoccupati, ai disabili e a coloro che svolgono attività gravose, come ad esempio gli edili.
La penalizzazione media è fissata al 5 per cento. Qualora il lavoratore decidesse di andare in pensione a 64 anni, la sua pensione subirà una decurtazione del 10 per cento, alla quale devono aggiungersi gli interessi da versare alle banche una volta richiesto il prestito ventennale ed il pagamento dell’assicurazione. Tutti fattori, questi, che incidono a ritenere l’Ape poco appetibile per i lavoratori.
Damiano con il ddl 857 aveva proposto una pensione anticipata a 62 anni con una penalizzazione massima del 2 per cento per ogni anno di anticipo. In questo modo la penalizzazione massima sarebbe arrivata ad essere dell’8 per cento, nel caso di anticipasse la pensione di 4 anni.
Riforma pensioni: lavoratori precoci e quota 41
Un altro dei punti critici della riforma delle pensioni ipotizzata dal Governo, che per Damiano non può essere trascurato, è quello che riguarda i lavoratori precoci che da mesi chiedono di poter andare in pensione anticipata senza penalizzazioni.
La soluzione alla situazione dei precoci era stata avanzata proprio da Damiano: la Quota 41, ossia la possibilità di andare in pensione al raggiungimento dei 41 anni di contributi versati senza penalizzazioni e indipendentemente dall’età anagrafica.
Il Governo tuttavia non ha trovato la strada della Quota 41 percorribile, a causa dei costi della stessa. La soluzione più accreditata al momento resta quella del bonus contributivo, non vista di buon occhio da Damiano e dai precoci.
Riforma pensioni: esodati
Ultimo punto che non può essere trascurato dal Governo secondo Damiano è quello riguardante gli esodati. Sono molti, infatti, gli esodati che sono rimasti fuori dalla settima salvaguardia e chiedono il rispetto dei propri diritti. Secondo Damiano nella riforma delle pensioni dovrebbe essere inserita l’ottava salvaguardia rivolta all’intera platea di esodati rimasti esclusi dalle precedenti salvaguardie.