Riforma del catasto, ecco che cosa cambia: aumenti o risparmi fino al 25%, ma non prima di 5 anni

Riforma del catasto, la vera domanda è: che cosa cambia? Un dubbio che si sta affacciando sempre più di frequente nella mente di molti proprietari di immobili nel nostro Paese, nella consapevolezza che il lavoro portato avanti dal Governo Renzi rischia di avere concrete ripercussioni sulle loro tasche.

L’iter della Riforma del catasto

Che non si tratti di un’operazione a breve termine, tuttavia, noi lo raccontiamo già da tempo; è innegabile, però, che l’esecutivo non se ne sta con le mani in mano: a quanto risulta, i tecnici impegnati nella riforma avrebbero già consegnato la bozza definitiva sui criteri estimativi. Un passo non di poco conto, e che adesso attente solo l’approvazione ufficiale da parte del primo consiglio dei Ministri del nuovo anno. Così facendo, si renderà finalmente noto il meccanismo dell’algoritmo che definirà le nuove rendite e i nuovi valori catastali, mandando così in pensione il vecchio sistema dei vani catastali.

Possibili aumenti o risparmi del 25%

Se l’obiettivo dichiarato è quello di rendere il prelievo fiscale sugli immobili il più coerente possibile con gli attuali valori di mercato - coinvolgendo nell’operazione circa 64 milioni di unità presenti sul territorio nazionale - è evidente che in molti già temono possibili impennate nelle tasse. Alcune zone d’Italia sembrano essere destinate a finire nel mirino, ma è comunque evidente che a rischiare di più sono le abitazioni nei centri storici delle grandi città, ancora accatastate come case popolari anche se nel corso degli anni sono enormemente cresciute di valore. Nel frattempo cominciano a circolare le prime indiscrezioni: secondo alcune stime provenienti dal Ministero dell’Economia, per gli immobili il cui valore catastale finirà con il cambiare, potranno esserci variazioni fiscali in media del 25 per cento, in più o in meno.