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Regno Unito: aumento dei tassi avverrà più tardi del previsto. Scivola la sterlina
giovedì 15 maggio 2014, di
La giornata di ieri è stata molto importante per la sterlina, che però ha reagito male all’Inflation Report della Bank of England e alla chiusura di Mark Carney all’aumento dei tassi di interesse entro la fine dell’anno. Nel rapporto della BoE non è avvenuta alcuna revisione al rialzo per le stime di crescita, come invece avevano prospettato gli analisti finanziari. E’ stata così confermata la stima sul pil fatta dai vertici della BoE già tre mesi fa, ovvero una crescita economica attesa al 3,4% nel corso del 2014. Per quanto riguarda le stime sull’indice dei prezzi al consumo, il target del 2% della BoE non dovrebbe essere a rischio per i prossimi 2-3 anni se i tassi di interesse nel Regno Unito cresceranno in questo arco di tempo secondo le aspettative dei mercati.
Il governatore della BoE, il canadese Mark Carney, ha dichiarato che il primo ritocco all’insù dei tassi di interesse nel Regno Unito, dall’attuale minimo storico dello 0,5%, non avverrà prima del primo o del secondo trimestre del 2015. Tra l’altro, ancora prima della stretta monetaria, dovranno essere ritirati gli stimoli monetari, che attualmente sono pari a 375 miliardi di pound all’anno. Le buone notizie per l’economia di Sua Maestà, che resta senza dubbio una delle più toniche tra i paesi occidentali, arrivano però dal mercato del lavoro con il tasso di disoccupazione sceso sui minimi degli ultimi 5 anni.
Secondo l’ultima rilevazione ILO, nei tre mesi chiusi a marzo la disoccupazione in Gran Bretagna è diminuita al 6,8% dal 6,9% del trimestre precedente. Il dato è comunque in linea con le aspettative degli analisti. I vertici ddella BoE hanno anche fornito le nuove stime sull’andamento della disoccupazione, che rispetto a febbraio sono state nettamente migliorate. Le autorità monetarie londinesi si aspettano che il tasso di disoccupazione possa scendere al 5,9% nel secondo trimestre 2017, decisamente meglio rispetto alla precedente rilevazione del 6,3%. Sul forex la sterlina ha complessivamente reagito male alle varie indicazioni macroeconomiche relative a inflazione, crescita, tassi e lavoro.
Il tasso di cambio GBP/USD è sceso sui minimi da quasi un mese, raggiungendo l’area di supporto di 1,6750. Dai top pluriennali di 1,6995 toccati il 6 maggio, il Cable è arrivato a perdere quasi l’1,5% del proprio valore nel giro di poche sedute. Ieri la sterlina è stata la valuta più venduta tra quelle del G-10, soffrendo addirittura contro l’euro che da giovedì scorso è la moneta maggiormente offerta dagli investitori. Il cross EUR/GBP ha prima toccato il minimo più basso da inizio 2013 e poi invertito la rotta, salendo sopra 0,8180. La divisa di Sua Maestà ha subito le perdite più rilevanti contro lo yen, tanto che il relativo cross si è spinto in area 170,60 ai minimi da quasi un mese.