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Polonia: verso il referendum sull’Euro. Addio per sempre Bruxelles?
mercoledì 27 marzo 2013, di
Donald Tusk, Primo Ministro della Polonia apre la porta ad un referendum sull’Euro, ma l’adesione alla moneta unica è fortemente osteggiata dalla popolazione e il voto potrebbe portare ad un "addio" definitivo con Bruxelles. Ciò nonostante, il governo sembra avere una sua strategia.
Polonia: i sondaggi dicono No all’euro
La decisione annunciata ieri è parte della campagna preparatoria per l’entrata della Polonia nell’unione monetaria, prevista per il 2015, un’idea precedentemente bocciata dal Premier polacco che sosteneva come la popolazione avesse già votato per l’Euro quando, nel 2003, aveva deciso di aderire all’Unione Europea.
Tuttavia, la profonda e duratura crisi ha indebolito il supporto nei confronti della moneta unica: secondo gli ultimi sondaggi infatti il 62% della popolazione polacca si dice contrario all’adesione all’Euro.
Addio per sempre Bruxelles?
In realtà, il referendum sull’adesione all’euro è piuttosto una richiesta dell’opposizione, una gentile concessione del Primo Ministro che apre la porta alla possibilità in cambio di un accordo con l’opposizione parlamentare che appoggerà una serie di riforme costituzionali.
Secondo la costituzione Polacca, la Banca Nazionale della Polonia (banca centrale) è incaricata di emettere moneta, una prerogativa che andrebbe cambiata prima di aderire all’euro, ma senza i due terzi del parlamento l’emendamento non può essere approvato. Per raggiungere la soglia, Tusk ha necessariamente bisogno dell’appoggio dell’opposizione.
Nonostante i sondaggi, il governo polacco si dice fiducioso della possibilità che una solida campagna possa riportare i cittadini verso la fiducia nei confronti della moneta unica, prima della data del referendum. Nel 2003, la campagna pro-UE ha portato ad referendum per l’adesione all’Unione con il favore del 78% dell’elettorato.
"Non ho nulla in contrario a che sia messo sulla costituzione che l’adesione all’euro dev’essere decisa mediante un referendum" ha detto Tusk alla stampa.
Adesione all’Euro: quando?
Il governo polacco è stato molto cauto nel fissare una data di adesione all’euro. Nel 2008 era stato indicato dal governo Tusk l’obiettivo di aderire nel 2012, ma il tentativo è fallito a causa della pesante crisi economica.
Ma nelle ultime settimane il dibattito nazionale è stato più vivace e il Premier ha iniziato ad insistere sulla questione "adozione dell’Euro" insieme ad una serie di riforme necessarie per garantire la flessibilità dell’economia polacca e il successo dell’adesione all’unione monetaria.
Jacek Rostowski, ministro delle finanze, ha spiegato che i paesi da imitare per la Polonia dovrebbero essere quelli del "modello nordico": Finlandia, Germania e Paesi Bassi.
Al momento, però, la Polonia non raggiunge i requisiti necessari all’adesione, per via del deficit in bilancio, dei tassi di interesse e dell’inflazione troppo elevati. Ad ogni modo, con i tre indicatori primari in discesa secondo le proiezioni, molti economisti ritengono che la Polonia avrà tutte le carte in regola per il 2015. Con il requisito dei due anni all’interno del meccanismo del tasso di cambio europeo, il Paese sarebbe a tutti gli effetti nell’euro dal 2017.
Tusk: punto tutto sull’Euro
Il Premier Tusk intende concentrare la campagna elettorale sulla questione dell’adesione all’euro, una posizione che divide il suo partito centrista (Piattaforma Civile) dal partito d’opposizione (Legge e Giustizia) che invece intende posticipare ulteriormente l’eventuale adesione.
Con Cipro e tutta la serie delle economie dell’eurozona, vittime della crisi, Tusk ammette che "il clima per l’Euro non è dei migliori in Polonia", ma sottolinea che per la fine del decennio "far parte dell’Unione Europea significherà far parte dell’Euro".
La penseranno allo stesso modo i cittadini polacchi?
| Traduzione e adattamento a cura di Federica Agostini |
| Fonte: Financial Times |