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Polizia di Stato: in attesa del concorso manca il 15% degli agenti, ma non nelle Regioni dei Ministri

martedì 31 gennaio 2017, di Simone Micocci

Il Capo della Polizia Franco Gabrielli, intervenuto davanti alla Commissione parlamentare d’inchiesta sulla sicurezza e il degrado delle città, ha lanciato l’allarme riguardante la carenza del personale della Polizia di Stato.

Secondo Gabrielli, infatti, ad oggi l’organico della Polizia è al di sotto del 15% e non è assolutamente sufficiente per garantire la sicurezza dei cittadini in questo momento di allerta per il terrorismo. E pensare che in alcune Regioni l’organico della Polizia di Stato è persino in soprannumero, mentre in altre zone d’Italia, dove tra l’altro il tasso di criminalità è molto alto, c’è carenza di agenti.

Quali sono le cause di questa differenza di organico? La motivazione è stata rivelata dallo stesso Capo della Polizia Gabrielli, che nel suo intervento ha messo in risalto il legame che c’è tra le Regioni in cui c’è un soprannumero di agenti e le zone di origine dei vari Ministri.

Polizia di Stato: nel 2030 in Italia ci sarà il 40% di agenti in meno

Il Capo della Polizia Gabrielli ha fatto notare come oggi, in un periodo di massimo allarme per la sicurezza nazionale, ci sia il 15% di agenti in meno rispetto al 1989. 116.200 unità, contro le 99.630 di oggi.

La causa principale di questo decremento è da attribuire alla legge Madia, che ha ridotto l’organico a 106 mila. Ma come se non bastasse, al problema della carenza d’organico si somma quello dell’età degli agenti in servizio: oggi infatti la media è di 48-51 anni.

E questa situazione non verrà risolta nemmeno con i prossimi Concorsi di Polizia, tant’è che secondo le stime che circolano al Viminale, nel 2030 in Italia ci sarà il 40% di agenti in meno. Con buona pace della sicurezza nazionale.

Polizia di Stato: numero di agenti in calo, ma non nelle Regioni dei Ministri

Nonostante in Italia il numero di agenti della Polizia di Stato sia al di sotto del 15%, in alcune Regioni l’organico è addirittura in soprannumero.

E questo non avviene nelle zone ad alto rischio, anzi. Infatti, come dichiarato dallo stesso Gabrielli, alcune Questure hanno più agenti di quelli previsti perché si trovano nelle Regioni di origine di alcuni ministri.

Un’accusa molto grave, ma supportata dai fatti. Ad esempio, a Varese, zona d’origine di Roberto Maroni (Ministro dell’Interno nel 94-45 e nel 2008-2011) il numero di agenti è più di quanto necessario, così come a Lecce, Paese d’origine dell’ex sottosegretario al Ministero dell’Interno Alfredo Mantovano (2001-2006, 2008-2011).

E non è tutto: a Modena c’è soprannumero poiché è la zona del segretario generale del Siulp, Felice Romano. La stessa situazione si ripete ad Agrigento, ma di questa città Gabrielli non ha parlato, paese d’origine dell’attuale Ministro dell’Interno Angelino Alfano. Qui, infatti, ci sono 290 agenti contro i 260 previsti, il 12% in più.

Un’accusa grave, anche perché non è frutto di “chiacchiere da bar”, ma è stata fatta direttamente dal Capo della Polizia Gabrielli.

I primi a pagare di questa disparità di trattamento sono quei cittadini che abitano nelle zone ad alto tasso di criminalità ed in cui c’è carenza nell’organico della Polizia.

Stiamo parlando ad esempio di Reggio Calabria, dove il numero di unità (2.017, -5,6% ) non è sufficiente per far fronte alle varie necessità, così come a Bari dove rispetto alle 1.298 unità previste ce ne sono solamente 1.117. Le situazioni più gravi però sono quelle di Caserta e Foggia, dove la criminalità è in forte aumento mentre gli organici sono gli stessi di quelli del 1989.

Le altre situazioni precarie sono a:

  • Catania: 1.979 unità effettive contro le 2.028 previste (-2%);
  • Messina: 921 unità contro le 1.129 previste (-18%);
  • Cagliari: 904 unità effettive contro 1.245 previste (-27%).

Insomma, numeri alla mano è innegabile che per alcune zone d’Italia sia stato utilizzato un trattamento di favore, mentre per altre, nonostante l’alto tasso di criminalità, l’organico della Polizia non è assolutamente sufficiente per far fronte alle necessità.

Una situazione che speriamo venga risolta al più presto, altrimenti zone come Reggio Calabria, Messina e Cagliari dovranno sperare che il prossimo Ministro dell’Interno provenga dalla loro zona così d’avere una maggiore attenzione da parte dello Stato.

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