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Piazza Affari: anche Fedrigoni ci ripensa, sbarco in borsa rimandato
venerdì 24 ottobre 2014, di
Le recenti turbolenze sui mercati azionari, che comunque sono in netta ripresa da alcuni giorni, hanno spinto Fedrigoni a rinviare la quotazione a Piazza Affari, seguendo la linea già tracciata da altre aziende interessate a quotarsi entro quest’anno (come ad esempio Italiaonline). Per Fedrigoni si tratta del secondo rinvio in circa tre anni, ancora una volta per le stesse motivazioni (volatilità sui mercati globali troppo elevata e forte rischio di correzione delle borse).
Il gruppo veronese attivo nel settore cartiero ha così deciso di ritirare l’offerta globale di vendita e sottoscrizione delle azioni ordinarie alla borsa di Milano, di comune accordo tra il principale azionista San Colombano (che fa capo alla famiglia Fedrigoni) e i coordinatori dell’offerta (Bnp Paribas e Unicredit Corporate & Investment Banking). L’Ipo di Fedrigoni era stata avviata il 13 ottobre e si è conclusa nella giornata di ieri. Lo sbarco sul segmento STAR di Borsa Italiana era previsto per il 29 ottobre.
L’offerta complessiva riguardava 32,73 milioni di azioni massime, di cui 13,5 milioni derivanti dall’aumento di capitale e 19,2 milioni dalla vendita del principale azionista, corrispondenti al 35,01% del capitale sociale (40,26% in caso di esercizio integrale dell’opzione greenshoe). La valorizzazione della società era tra i 440 milioni e i 560 milioni di euro, per una forchetta di prezzo valutata tra un minimo di 5,5€ per azione e un massimo di 7€.
Il presidente Alessandro Fedrigoni solo pochi giorni fa aveva dichiarato che la volontà di quotarsi in borsa era “un atto di coscienza e anche un atto di coraggio”. Probabilmente l’impennata della volatilità e i rischi al ribasso per l’economia e i mercati finanziari hanno fatto improvvisamente mancare il coraggio di cui parlava il presidente del gruppo veronese. Ad ogni modo Fedrigoni vanta buoni fondamentali societari.
Il primo semestre dell’anno si è chiuso con un utile di 29,9 milioni di euro, in crescita del 114,2% rispetto a un anno prima quando furono archiviati profitti per 12,9 milioni di euro. I ricavi sono aumentati quasi del 9% a 440,8 milioni di euro, mentre l’ebitda è balzato a 57,9 milioni di euro per un significativo progresso del 38,2%. Ok anche il risultato operativo (ebit) a 47,9 milioni, per una crescita del 78,3%. La posizione finanziaria netta, infine, è scesa a 113,8 milioni dai 142,6 milioni di fine anno scorso.