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Piano Industriale Electrolux: i sindacati lo bocciano

martedì 29 aprile 2014, di Simone Casavecchia

Esito negativo per l’incontro tenutosi a Mestre tra i vertici della Electrolux e i sindacati di categoria. Al centro del dibattito l’approvazione del nuovo piano industriale che le parti sociali hanno bocciato senza mezzi termini. La Electrolux, già da tempo nell’occhio del ciclone per la sua volontà di effettuare tagli e riduzioni di personale, aveva infatti messo in campo una serie di misure finalizzate a tenere aperti gli stabilimenti di Porcia, Forlì, Solaro e Susegana.

Tutto ciò però, nel piano industriale proposto dall’Electrolux, aveva un costo molto alto, infatti, il prezzo da pagare per lasciare in vita i quattro distretti produttivi era l’attuazione di una serie di misure finalizzate all’efficientamento degli impianti che avrebbero aumentato la produttività delle sedi italiane e avrebbero, in tal modo, evitato la tanto temuta soluzione della delocalizzazione in Polonia.

Più nello specifico questa aumentata produttività sarebbe stata ottenuta con grandi sacrifici da parte degli operai italiani: meno pause, meno permessi e stessa quantità di giorni di ferie da spendere però in un arco temporale più lungo una serie di misure, insomma che avrebbero prodotto un risparmio di 1,80 euro orari su ciascun addetto. A queste scelte aziendali andavano a sommarsi anche gli interventi messi in campo dal Governo, in un accordo da chiudere entro il 30 Aprile, che prevedeva una riduzione dei costi del lavoro per i prossimi tre anni: con questa seconda misura si sarebbero recuperati ulteriori 1,20 euro orari ad addetto che avrebbero consentito un risparmio complessivo di 3,00 euro l’ora, la soglia necessaria per portare il costo del lavoro italiano ai livelli di quello polacco.

La spaccatura tra le parti sociali si è consumata tra due livelli differenti: se infatti sia la Cgil che la Cisl e Uil nazionali si sono dette favorevoli a portare avanti la trattativa, in vista di successivi momenti di confronto, le Rappresentanze Sindacali Unitarie dei quattro stabilimenti hanno sotto che, queste condizioni, era impossibile qualunque accordo. Il nuovo piano Industriale Electrolux, infatti, avrebbe richiesto ulteriori sacrifici a quegli operai che sono già sottoposti a un trattamento tutt’altro che favorevole. Con l’applicazione dei contratti di solidarietà, infatti, molti operai che sulla carta lavorano 6 ore, di fatto passano in azienda 8 ore, per supplire, appunto all’assenza di chi ciclicamente rimane a casa. Sono anche le stesse condizioni degli operai a preoccupare i vertici di Uilm e Fim-Cisl: molti operai sono malati mentre altri hanno più di 50 anni per questo applicare condizioni di lavoro ancora più dure significherebbe, all’atto pratico, mettere in atto un massacro.

Grazie a una deroga del Governo, sulla chiusura dell’accordo, rimandata dal 30 Aprile a Maggio, si aprono ora giornate indispensabili per una revisione del Piano Industriale che necessita di essere migliorato su punti come la sicurezza aziendale, gli investimenti futuri e l’occupazione delle risorse. Un accordo tra azienda e sindacati rimane tuttavia imprescindibile, soprattutto per ottenere il bonus fiscale messo sul piatto dal Governo, in mancanza del quale si aprirebbero scenari ancora più funesti per Electrolux Italia.

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