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Piano Casa: cosa cambia per sfratti, affitti al nero e case popolari
venerdì 16 maggio 2014, di
Dopo l’approvazione al Senato del disegno di Legge sull’emergenza abitativa, meglio conosciuto come Piano Casa (Ddl 1413), in attesa che norma venga sottoposta alla seconda revisione della Camera dei Deputati, al fine di ottenere l’approvazione definitiva, entro il 27 Maggio, pena la decadenza, risulta molto utile conoscere le nuove misure che sono state adottate. Oltre a consistenti novità per quanto riguarda il bonus mobili ed elettrodomestici, ottenibile in dichiarazione dei redditi, le ulteriori irpef previste e le misure relative ai contratti a canone concordato, altri cambiamenti sono stati previsti in materia di sfratti, affitti senza contratto regolare e case popolari.
Sfratti
Le procedure di sfratto non sono eseguibili nel caso in cui l’inquilino sia stato costretto a sottoscrivere un contratto in nero, ovvero un contratto che non è stato regolarmente registrato all’Agenzia delle Entrate dal proprietario dell’immobile e che è stato poi, successivamente, regolarizzato con un canone ribassato.
Affitti in nero
Nonostante la Corte Costituzionale abbia dichiarato incostituzionali le norme che, dal 2011, prevedevano un maxisconto sul canone di affitto pagato dagli inquilini che avevano chiesto la regolarizzazione di un contratto al nero, un emendamento del Piano Casa prevede che gli effetti della precedente normativa vengano comunque mantenuti in essere: rimane quindi valida, fino al 31 dicembre 2015, la riduzione del canone a un importo corrispondente a tre volte la rendita catastale. Come già detto sopra, in questo caso, non è possibile per i proprietari richiedere lo sfratto.
IACP
Il Piano Casa prevede anche un piano di recupero e di razionalizzazione degli immobili e di tutti gli altri alloggi posseduti dall’Istituto Autonomo Case Popolari (IACP). A tal fine sono stati stanziati 500 milioni di euro.
Alloggi Pubblici e Case Popolari
Vengono ampliati i poteri decisionali dei Comuni e degli enti di edilizia residenziale pubblica riguardo alla vendita di alloggi pubblici direttamente posseduti dal Comune stesso. Le vendite potranno riguardare anche quegli alloggi e quegli immobili in cui la proprietà pubblica è solo al 50%. In tal modo sarà possibile, per gli enti locali, racimolare denaro utile alla riqualificazione di quegli immobili e di quegli alloggi che sono attualmente inagibili perché soggetti a degrado. A tale scopo, vengono anche semplificate le procedure di avvio dei lavori, con l’obiettivo generale di aumentare il numero di alloggi pubblici disponibili, non attraverso nuove costruzioni ma attraverso interventi di recupero e di riqualificazione energetica di edifici già esistenti.
Agli attuali inquilini di case popolari viene riconosciuta, inoltre una condizione di favore e delle forme di finanziamento agevolato, per l’acquisto degli alloggi sociali. Tali alloggi non potranno essere, in ogni caso, rivenduti a terze persone prima che siano passati almeno cinque anni dall’acquisto.
