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Pensioni, ultime notizie: le novità su Opzione Donna nella Legge di Stabilità 2016
lunedì 7 dicembre 2015, di
Sono possibili novità in vista per quanto riguarda Opzione donna rispetto a quanto previsto nel testo della Legge di Stabilità 2016 votato al Senato.
Tra le proposte avanzate in tema di pensioni per modificare quanto previsto dal provvedimento, è stato votato all’unanimità un emendamento che consente l’estensione di Opzione donna, il regime che consente alle donne l’accesso alla pensione anticipata, anche alle lavoratrici che hanno compiuto 57 anni (58 se lavoratrici autonome) entro il 31 dicembre 2015.
Pensioni, chi rientra nell’Opzione donna?
In base a quanto stabilito nella Legge di Stabilità 2016 votata al Senato, infatti, sarebbero rimaste escluse dalla possibilità di andare in pensione anticipata accedendo al regime previsto da Opzione donna quelle lavoratrici che avrebbero compiuto 57 anni (lavoratrici dipendenti) e 58 anni (lavoratrici autonome) nell’ultimo trimestre del 2015. La legge, infatti, tra i requisiti per poter accedere a Opzione donna prevede anche il compimento di 57 anni e 3 mesi di età per le lavoratrici dipendenti e 58 anni e tre mesi per le lavoratrici autonome.
L’emendamento votato all’unanimità che verrà presentato in Aula chiede quindi di togliere il vincolo dei tre mesi per consentire anche alle lavoratrici che compiono gli anni nell’ultimo trimestre del 2015 di poter accedere alla pensione anticipata.
Opzione donna, cos’è?
Ricordiamo brevemente in cosa consiste Opzione donna. Opzione donna è infatti un regime introdotto in via sperimentale che consente alle donne che abbiano maturato i requisiti previsti per legge di accedere alla pensione anticipata. Per poter usufruire dell’Opzione donna le lavoratrici devono aver maturato almeno 35 anni di contributi e aver raggiunto i requisiti anagrafici stabiliti dalla legge.
Le lavoratrici che decidono di usufruire di Opzione donna accedono alla pensione anticipata accettando una decurtazione dell’assegno pensionistico che viene calcolato esclusivamente con il metodo contributivo.
Per approfondire leggi anche: Pensioni anticipate, guida all’opzione donna: cos’è e chi interessa?
Opzione donna: le coperture economiche
Secondo Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro alla Camera e sostenitore dell’estensione di Opzione donna, tale regime sperimentale non peserebbe sulle casse dello Stato in quanto le donne che accedono alla pensione anticipata in questo modo subiscono una decurtazione dell’assegno pensionistico del 30%, venendo questo calcolato esclusivamente con il metodo contributivo che risulta penalizzante.
«Restando per un attimo su opzione donna, chiediamo anche che si monitori il numero di donne che la utilizzano e la spesa effettiva, in modo tale che i risparmi restino nel sistema previdenziale.»
ha commentato Damiano.