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Pensioni: rimborsi da almeno 4.700 euro dopo la sentenza della Corte Costituzionale
martedì 5 maggio 2015, di
La Corte Costituzionale si è pronunciata sul mancato adeguamento all’inflazione degli assegni pensionistici erogati da INPS per il 2012 e 2013.
L’illegittimità della legge pronunciata dalla Corte apporterà per l’erario un esborso verso i pensionati in base alla quota del loro assegno.
I recuperi attraverso gli assegni negli anni successivi
I recuperi potranno andare dai 4.700 euro per i pensionati con assegni che valgono fino a quattro volte il trattamento minimo, sino ad arrivare ad un recupero di più di 10.000 euro per i pensionati con un assegno che vale dieci volte il minimo garantito.
Un esborso consistente per l’erario che andrà a innescare un effetto cascata che alimenterà gli assegni pensionistici negli anni successivi.
Gli effetti sono frutto della sentenza della Corte costituzionale 70/2015 che farà valere i propri effetti retroattivamente sulla Legge di Stabilità.
Il legislatore ha modificato varie volte i criteri di adeguamento all’inflazione per gli assegni pensionistici introducendo eccezioni alla regola generale di vario tipo.
Fino al 2011, l’adeguamento avveniva in base agli scaglioni, pertanto l’importo di pensione superiore a cinque volte il trattamento minimo era adeguato in misura piena fino alla fascia di importo pari a tre volte il trattamento minimo, al 90% per la fascia di importo compresa tra tre e cinque volte il trattamento minimo, mentre la parte eccedente veniva adeguata al 75 per cento.
Effetto cascata sull’aggiornamento per gli anni successivi
Dopo la sentenza, questa dovrebbe essere la modalità di applicazione anche per gli anni 2012 e 2013 limitatamente alla mancata dinamica inflattiva degli importi pensionistici superiori a tre volte il trattamento minimo.
Il cambiamento della Legge di Stabilità ha apportato comunque che per l’anno 2014 e 2015, la perequazione non avvenga a scaglioni bensì rivalutando l’assegno in funzione dell’importo complessivo della pensione.
L’effetto che la sentenza apporterà sarà non di poco conto sui trattamenti pensionistici di importo superiore a tre volte il trattamento minimo, rischiando di avere un impatto notevole sull’adeguamento all’inflazione a partire dal 2012.
Ciò produce effetti anche sui ratei pensionistici degli anni successivi al 2012 poiché l’aggiornamento avviene prendendo in considerazione l’importo in pagamento al 31 dicembre precedente, avendo cosi un effetto cascata sugli anni a venire.
Ed è così che un assegno di 4.609 euro del 2010 è aumentato a inizio anno fino a 4.692 euro, ma se fosse stata applicata la regola di adeguamento vigente nel 2001 sarebbe arrivato a 4.923 euro.
La perdita complessiva relativa al periodo 2012/2015 per un assegno di 4.609 euro si attesta oltre 10.000 euro, mentre per un assegno di 1.872 euro si avrebbe una perdita complessiva relativa al periodo 2012-2015 di quasi 4.800 euro.
L’indice definitivo dell’inflazione nel 2012 è stato pari al 2,7% mentre nel 2013 è arrivato al tre per cento.