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Pensioni precoci, ultime novità: poche possibilità per la Quota 41?

venerdì 12 agosto 2016, di Stefania Manservigi

Ad attendere con ansia la riapertura dei lavori di settembre sono i lavoratori precoci, ancora in attesa di sapere quale sarà il loro destino.
Il governo ha infatti rimandato tutte le decisioni sulla situazione dei lavoratori precoci a settembre, per valutare con attenzione le risorse da poter destinare a un eventuale intervento.
I precoci da mesi chiedono l’approvazione della Quota 41, la proposta avanzata dal presidente della Commissione Lavoro della Camera Cesare Damiano, che consentirebbe ai lavoratori che hanno accumulato 41 anni di contributi di accedere alla pensione.
La Quota 41, tuttavia, avrebbe un costo eccessivo per le casse dello Stato. Per questo il Governo starebbe cercando una soluzione alternativa come ad esempio l’introduzione di un bonus contributivo.
Sono poche quindi le possibilità per i lavoratori precoci di ottenere la Quota 41?

Pensioni precoci, i piani del Governo
Una visione più chiara di quello che il Governo intende fare per i lavoratori precoci si avrà a settembre. Il 12 settembre, infatti, è stato calendarizzato l’ultimo incontro con i sindacati durante il quale l’esecutivo presenterà il pacchetto completo degli interventi che intende inserire nella prossima riforma delle pensioni. Oltre al dettaglio degli interventi, il Governo presenterà anche quali saranno le coperture finanziarie degli stessi e quindi si saprà nello specifico quale sarà la spesa che lo Stato dovrà sostenere.
Per ora ciò che è risaputo è che al centro della riforma delle pensioni ci sarà l’Ape, la pensione anticipata studiata dal Governo che verrà erogata sotto forma di prestito bancario. Solo per l’Ape dovranno essere reperiti circa 600 milioni di euro, cifra che dovrebbe consentire al Governo di abbattere la penalizzazione di assegno cui andrebbero incontro pensioni di importo basso e pensionati meritevoli di tutela perché in condizioni di disagio reddituale o familiare.
L’intera manovra previdenziale, nelle intenzioni iniziali del governo, dovrebbe avere un costo di 1,5 miliardi di euro. E’ chiaro quindi che, togliendo le risorse che verranno destinate all’Ape, sono poche quelle che potranno essere destinate ai lavoratori precoci. Si allontana l’ipotesi Quota 41?

Pensioni precoci, bonus contributivo al posto della Quota 41?
I lavoratori precoci sono la categoria che è stata maggiormente penalizzata dalla riforma Fornero: prima dell’entrata in vigore della legge Fornero, infatti, i lavoratori precoci con 40 anni di contributi riuscivano ad andare in pensione. Ricordiamo infatti che i precoci sono quella categoria di lavoratori che ha iniziato a lavorare in giovane età e che per questo ha accumulato molti anni di contributi.
La Quota 41 permetterebbe ai precoci di andare in pensione al raggiungimento dei 41 anni di contributi versati senza penalizzazioni e indipendentemente dall’età anagrafica.
Tuttavia, come visto più sopra, appare difficile l’approvazione della Quota 41 avendo la stessa un costo che andrebbe a incidere troppo sulle risorse che il Governo ha deciso di destinare alla riforma delle pensioni.
Il Governo per questo starebbe pensando alla possibilità di introdurre un bonus contributivo che ridurrebbe la platea dei precoci beneficiari. Verrebbe infatti aumentato il valore dei contributi versati prima dei 18 anni di età. Tuttavia il costo di un’operazione del genere oscillerebbe tra 1,2 e 1,8 miliardi: una cifra non conciliabile con le risorse a disposizione.

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