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PD: dopo Bersani anche un “insospettabile” contro Renzi. La scissione è vicina?
mercoledì 15 febbraio 2017, di
Partito Democratico: per Bersani la scissione è già avvenuta, adesso c’è bisogno del consenso da parte di entrambe le parti per evitare che la rottura diventi insanabile.
È questo il pensiero di Bersani il giorno dopo la Direzione del Partito Democratico, dove c’è stata la conferma che tra la minoranza e la maggioranza dem ci sono delle visioni di pensiero contrapposte che difficilmente potranno essere risolte. A tal proposito Bersani ha chiesto a Renzi di dargli la possibilità di discutere, altrimenti si rischia la fine del Partito Democratico.
Ma Bersani e D’Alema non sono gli unici esponenti del Partito Democratico che hanno manifestato una certa insoddisfazione nei confronti di Renzi. In questi giorni, infatti, anche il Ministro della Giustizia Orlando, che molti danno come candidato alle prossime Primarie del Partito Democratico, ha avvertito Renzi riguardo al rischio di una scissione. Che si tratti dell’ennesimo attacco all’unione del Partito Democratico? Facciamo il punto della situazione.
Partito Democratico: per Bersani non si può votare subito, ecco perché
Uno dei principali motivi che hanno portato alla rottura tra la maggioranza e la minoranza del Partito Democratico è l’ipotesi delle elezioni anticipate. Secondo Bersani, ma anche per D’Alema, non si può pensare di andare a votare prima della fine della legislatura dal momento che per far cadere il Governo Gentiloni ci vorrebbe un motivo valido.
Inoltre, in questo periodo il Governo dovrà risolvere alcune criticità lasciate in eredità da Renzi, come ad esempio i voucher lavoro che per Bersani vanno assolutamente corretti prima che lo faccia la destra. E per l’ex presidente del Consiglio anche sulla scuola Renzi ha “toppato”.
Bersani poi si è soffermato sulle proposte per la legge elettorale, criticando l’ipotesi dei capilista bloccati:
“Noi diamo i numeri. In un Paese europeo bisogna avere un minimo di connessione tra popolo e governanti”.
Bersani comunque non ha escluso la presenza della minoranza del Partito Democratico all’assemblea di partito di domenica, dal momento che “non è stato ancora deciso niente”. Prima bisognerà capire se ci sarà qualche “riflessione”; il riferimento a Renzi è chiaro, adesso la palla passa al segretario che dovrà decidere se tendere la mano contro i suoi detrattori oppure se continuare per la sua strada, che però potrebbe portare alla scissione del Partito Democratico.
Partito Democratico, Orlando avverte Renzi: “così rischia di scontrarsi contro un muro”
Quella relativa al Ministro della Giustizia Orlando è una vicenda piuttosto controversa. Infatti, mentre la maggioranza del partito è convinta che Orlando non tradirà Renzi, la minoranza punta fortemente sulla sua candidatura.
E in effetti Orlando nel corso della Direzione del Partito Democratico non ha perso occasione per scontrarsi contro Renzi. Lui, intervistato da La Stampa, ha minimizzato dicendo che ha voluto solamente avvertire l’ex premier perché secondo lui stava sbagliando:
“Se vedi uno che sta facendo una curva parabolica che lo porta a un frontale, glielo dici di stare attento, no?”
Orlando, inoltre, ha detto di non essere d’accordo con l’ipotesi di anticipare il Congresso, poiché non sarebbe un bene per il Partito Democratico. Poi però ha sottolineato che la scissione non va fatta, anche perché non si esce dal partito per ragioni di calendario.
Ma Orlando potrebbe essere uno dei candidati per la segreteria del Partito Democratico? “Non lo escludo”, ha dichiarato il Ministro della Giustizia, aggiungendo che quella della sua candidatura sarà un problema solo quando si inizierà a discutere delle proposte da fare per il Paese.