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Oro rimbalza sopra 1.300$ dopo referendum nell’est dell’Ucraina

martedì 13 maggio 2014, di Nicola D’Antuono

Le tensioni geopolitiche continuano a sostenere le quotazioni dell’oro, che sui mercati internazionali ha sperimentato un improvviso flusso di acquisti in scia al referendum nell’est dell’Ucraina, dove a Donetsk e Lugansk i separatisti sono pronti ad annunciare la vittoria e di conseguenza l’autonomia in vista dell’ingresso nella Confederazione russa. Il metallo prezioso si conferma così un bene rifugio, acquistato nelle fasi di maggiore turbolenza sia da un punto di vista economico-finanziario sia geopolitico. L’oro è salito nuovamente sopra 1.300$ l’oncia, nonostante le principali banche d’affari continuino a ipotizzare imminenti crolli per l’anno in corso.

Alcune case d’affari consigliano di stare alla larga dal metallo giallo, in quanto i prezzi potrebbero ancora scendere molto fino a 1.100$ - 1.000$ l’oncia. Il sentiment negativo sul mercato fisico è visibile dall’andamento dei flussi monetari relativi agli Etf: da ben 8 settimane consecutive si registrano deflussi. Da un punto di vista tecnico l’oro continua a mostrare un andamento laterale. I prezzi si muovono sempre in un ampio trading range compreso tra 1.330$ e 1.270$ l’oncia. La candela formatasi ieri ha confermato la tenuta dei supporti di breve termine e ciò potrebbe attirare nuovi compratori. Sui mercati asiatici l’oro è sceso leggermente, ma non è da escludere un nuovo strappo al rialzo nelle prossime ore.

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