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Oro: investimenti ai minimi da ottobre 2009, ma quadro tecnico resta positivo
martedì 24 giugno 2014, di
La scorsa settimana, più precisamente durante il meeting della FED di giovedì, l’oro ha messo a segno un rialzo notevole passando da area 1.280$ a oltre 1.320$ l’oncia per un guadagno settimanale che ha sfiorato il 3%. Il boom dei prezzi è stato favorito sia dall’approccio alla politica monetaria più “colomba” del previsto della Federal Reserve sia dalle crescenti tensioni geopolitiche in Iraq, dove non si arresta l’avanzata delle milizie jihadiste con potenziali riflessi negativi sulla già instabile regione mediorientale. L’ascesa delle quotazioni dell’oro è giunta un po’ a sorpresa, soprattutto perché molti grandi investitori continuano a restare alla larga dal metallo prezioso.
Gli investimenti nell’oro sono su valori minimi, come dimostrato dagli ultimi dati relativi agli asset detenuti dagli Etf (o meglio gli Etp, gli exchange traded products). Secondo quanto calcolato da Bloomberg e Saxo Bank, nella settimana al 20 giugno il patrimonio detenuto in oro dagli Etp è sceso di 5,3 tonnellate a 1.712,9 tonnellate. I deflussi hanno coinvolto anche l’argento, per una flessione di 155,5 tonnellate a 19.663,3 tonnellate complessive. Si tratta dei valori più bassi da ottobre 2009. Venerdì, però, la quotazione dell’oro è salita ai massimi degli ultimi due mesi a 1.322$ l’oncia, mentre quella dell’argento ai top da tre mesi poco sotto 21$ l’oncia.
Il quadro tecnico per entrambi i metalli preziosi è ora diventato molto positivo. La sensazione è che, dopo una fisiologica fase di consolidamento dopo il violento strappo dei giorni scorsi, possa esserci un nuovo approfondimento rialzista che potrebbe spingere l’oro fino a 1.350$ entro fine mese e l’argento intorno a 21,5$ l’oncia. Nel breve periodo non sembrano esserci pericoli di forte discesa: la negatività sul metallo giallo si avrebbe solo in caso di chiusura giornaliera inferiore a 1.280$, mentre nel caso del metallo grigio il trend potrebbe diventare negativo solo se i prezzi dovessero esibire una chiusura daily inferiore a 20$ l’oncia.