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Oro: cosa succede se salta l’accordo sul tetto al debito USA?

mercoledì 16 ottobre 2013, di Federica Agostini

Se gli Stati Uniti non dovessero riuscire a scongiurare il raggiungimento del tetto al debito dei 16.7 miliardi di Dollari, fissata come tetto al debito, cosa accadrebbe al mercato dell’oro?

Secondo gli analisti intervistati dalla Cnbc, se la deadline del 17 ottobre dovesse essere raggiunta senza accordo, i prezzi dell’oro subirebbero una repentina impennata, anche se con buona probabilità non si tratterebbe di un rally duraturo.

Secondo gli analisti ANZ, la deadline di domani è da considerarsi come "soft", visto che secondo le stime, le casse del Tesoro rimarranno vuote a partire dal 1 novembre; così un mancato accordo potrebbe innescare un rialzo di 20 o 30 dollari sui prezzi del metallo giallo. Tuttavia, se la situazione di stallo dovesse proseguire fino all’inizio del prossimo mese e nell’eventualità che gli Stati Uniti possano dover dichiarare default, allora i prezzi dell’oro inizieranno a salire, poiché aumenterà la richiesta del metallo prezioso come bene rifugio.

Il prezzo dell’oro ha toccato ieri il prezzo più basso degli ultimi 3 mesi, arrivando a 1.251 dollari l’oncia e dall’inizio dello shutdown del governo USA ha perso circa il 3.5%.

Anche secondo Daniel Morgan, analista sulle commodity presso UBS, il rialzo del metallo giallo potrebbe avere vita breve:

Se si superasse la deadline, il prezzo dell’oro salirebbe in maniera repentina, ma allo stesso tempo si combinerebbe ad altri movimenti di mercato che eserciterebbero fortissima pressione sulla classe politica perché si trovi una situazione. In altre parole, non proverei a comprare oro sulla sola base della questione debt ceiling.

Non dimentichiamo infatti che, come ricorda lo stesso Morgan, una volta conclusa la questione della "crisi del debito USA", l’attenzione dei mercati tornerà a rivolgersi all’altro grande tema che ha dominato la scena sino a poco fa: il tapering della Fed, ovvero la riduzione degli acquisti mensili che attualmente equivale ad 85 miliardi di dollari al mese.

La possibilità che la banca centrale statunitense inizi a ridurre il proprio piano di stimolo monetario, infatti, potrebbe esercitare nuova grande pressione sul mercato del metallo giallo.

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