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OSS e infermieri: quale gerarchia dopo il DDL Lorenzin?
lunedì 8 gennaio 2018, di
OSS riconosciuti, ma sono ancora sottoposti agli infermieri?
Gli OSS - Operatori Socio Sanitari - dal 22 dicembre 2017 grazie all’approvazione del DDL Lorenzin sono riconosciuti come personale sanitario e non più tecnico. Il riconoscimento è avvenuto grazie all’introduzione di una specifica area sociosanitaria, di cui gli OSS ne fanno parte.
Tuttavia gli OSS non sono riconosciuti nella loro interezza visto che durante l’iter parlamentare che ha portato all’approvazione del decreto Lorenzin sono stati cancellati gli emendamenti con i quali sarebbero state riviste le loro competenze, la formazione e nei quali era prevista la nascita di un albo professionale.
Con il riconoscimento degli operatori socio sanitari quindi non ci saranno novità dal punto di vista delle competenze e della retribuzione, almeno non nell’immediato. Il Ddl Lorenzin però è una base da cui partire, alla quale i sindacati potranno rifarsi nei prossimi mesi quando chiederanno all’amministrazione il riconoscimento di tutti quei diritti fino ad oggi non ancora concessi.
In questo articolo però vogliamo fare chiarezza su un’altra conseguenza del riconoscimento: la gerarchia tra infermieri e OSS. Da una parte infatti gli operatori socio sanitari ritengono che con il riconoscimento ci sia una sorta di equiparazione dei ruoli, dall’altra gli infermieri ribadiscono la loro supremazia gerarchica.
Analizziamo singolarmente le due posizioni, mettendo in risalto le varie argomentazioni di supporto.
Oss subordinati agli infermieri? No, grazie
Angelo Minghetti, presidente della Federazione Migep e uno dei fondatori del sindacato Human Caring, è intervenuto per fare chiarezza sul presunto rapporto di subordinazione che c’è tra gli OSS e gli infermieri.
Minghetti - intervenendo su QuotidianoSanità.it - ha risposto a tutti quegli infermieri che nonostante il riconoscimento degli OSS continuano a sostenere l’esistenza di un rapporto gerarchico tra i due ruoli, come stabilito dal DM 739/1994. Qui è scritto che è l’infermiere ad assegnare i compiti all’OSS e questo ha il dovere di eseguirli.
Secondo Minghetti nelle strutture sanitarie tra infermieri e OSS deve esserci una collaborazione nel rispetto del concetto di equipe e multidisciplinarietà “che tanto è promosso dalla categoria infermieristica”. In quest’ottica non ha senso sostenere una logica gerarchica, ritenendo ancora oggi l’OSS come figura di supporto degli infermieri.
A sostegno di questa tesi Minghetti riporta quanto stabilito nell’accordo Stato Regioni del 22 febbraio 2001, con il quale è stato definito il profilo professionale degli OSS. Questo accordo colloca l’OSS in un’area prestazionale differente dagli infermieri e di conseguenza questo non può essere considerato come una figura di supporto.
D’altronde nell’accordo non si parla di assistenza infermieristica, ma di “assistenza diretta alla persona e di intervento igienico-sanitario”.
Gli OSS sono di supporto agli infermieri
Di tutt’altro parere è l’AADI - Associazione Avvocatura di Diritto Infermieristico - che in queste ore ha fatto chiarezza sul livello gerarchico delle suddette categorie professionali.
Secondo l’AADI è lo stesso contratto a riconoscere la subordinazione dell’OSS nei confronti dell’infermiere: il primo è collocato in categoria B o al massimo Bs, mentre l’altro nella D.
Alla categoria D - sovraordinata agli OSS - appartengono quei lavoratori che ricoprono una posizione lavorativa tale da richiedere delle conoscenze specialistiche in relazione ai titoli di studio e professionali conseguiti.
Ne fanno parte ad esempio gli infermieri e i fisioterapisti, tra i quali c’è un’indipendenza funzionale.
D’altronde anche la Corte di Cassazione - sezione Lavoro - recentemente è intervenuta sul rapporto di subordinazione tra diverse categorie di lavoratori, stabilendo nella sentenza 24356/2017 che “anche le fasce economiche della stessa categoria costituiscono livelli gerarchici tra colleghi”.
Parlando di equipe, per l’AADI questa va intesa - come stabilito dal suddetto accordo del 22 febbraio 2001 della Conferenza Stato-Regioni - come una collaborazione dell’OSS con gli altri operatori professionali, ma sempre nel rispetto di ruoli e mansioni.
A tal proposito è l’infermiere il dominus dell’assistenza sanitaria, come stabilito dal D.M. 739/1994 che ad oggi va considerato ancora valido. È l’infermiere quindi che identifica i bisogni di assistenza infermieristica della persona e della collettività, formulando i relativi obiettivi. È l’infermiere a pianificare e gestire l’intervento assistenziale infermieristico garantendo la corretta applicazione delle prescrizioni diagnostico-terapeutiche.
Vista l’importanza delle sue funzioni, l’infermiere necessità di personale di supporto, quale appunto è l’OSS. Questo quindi ha il compito di supportare l’infermiere nella gestione delle proprie attività, collaborando ma allo stesso tempo eseguendo secondo le indicazioni ricevute. E - almeno secondo quanto riportato dall’AADI - sarà così anche dopo l’entrata in vigore del DDL Lorenzin.