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Novità pensioni: pensione anticipata per lavoratrici madri, ecco l’Ape donna
giovedì 7 settembre 2017, di
Le ultime novità sulle pensioni riguardano l’incontro che si è tenuto oggi tra sindacati e Governo sulle misure previdenziali femminili.
Il confronto, atteso da molte lavoratrici donne che sono in attesa di risposte da quando l’esecutivo ha deciso di non prorogare il regime sperimentale di Opzione donna, ha dato i suoi primi esiti.
Da settimane, infatti, il Governo aveva fatto trapelare l’intenzione di realizzare una sorta di Ape sociale femminile, che garantisse alle donne di andare in pensione anticipata grazie al riconoscimento dei lavori di cura.
Se fino a ieri non si conoscevano i dettagli della misura pensata dall’esecutivo, ora è possibile ragionare in concreto sull’intervento che dovrebbe trovare spazio nella prossima Legge di Stabilità: si parla di un bonus contributivo di 6 mesi per ogni figlio, per un massimo di due anni.
Ecco le novità.
Novità pensioni: Ape donna, bonus di 6 mesi per ogni figlio
L’obiettivo del Governo di ampliare la platea femminile delle aventi diritto all’Ape sociale dovrebbe realizzarsi grazie a uno sconto contributivo riconosciuto alle lavoratrici madri.
E’ questo quanto emerso dal confronto di oggi tra sindacati e Governo sulle pensioni; l’esecutivo è pronto a introdurre con la prossima Legge di Bilancio uno sconto contributivo di 6 mesi per ciascun figlio, per un massimo di due anni.
Questo significa che le lavoratrici con quattro figli potranno accedere all’Ape sociale con 28 anni di contributi al posto di 30.
Una misura volta a riequilibrare il numero di domande presentate per l’Ape sociale: al 15 luglio infatti l’Inps ha ricevuto 39.777 richieste delle quali solo l’11.668 sono state presentate da parte di donne.
Novità pensioni: le reazioni del Governo e delle donne
La proposta del Governo sulla pensione anticipata delle donne sembra scontentare un po’ tutti. La delusione è stata esternata anche dai sindacati, che chiedevano uno sconto contributivo di almeno 12 mesi per ciascun figlio.
Resta inoltre il problema dell’età: per molte donne, infatti, il requisito da rivedere nell’accesso all’Ape sociale è quello dei 63 anni.
Di questo avviso sono le lavoratrici che da mesi si battono per la proroga di Opzione donna, che chiedono ancora una volta a Governo e sindacati di guardare a una misura che è già pronta e richiede solo un’estensione.