Home > Altro > Archivio > Monti: PD e PDL non offrono certezze sulle riforme
Monti: PD e PDL non offrono certezze sulle riforme
sabato 26 gennaio 2013, di
Mario Monti, a Milano durante la presentazione dei candidati della sua lista, Scelta Civica, ha spiegato i motivi che lo hanno indotto a candidarsi per le elezioni di febbraio.
Quella del premier uscente sarebbe stata una scelta di responsabilità, paragonabile a quella di quattordici mesi fa, quando salì in Politica.
L’epoca di riforme inaugurata dal suo Governo sarebbe stata destinata a tramontare con lui se non si fosse candidato, infatti, secondo il Professore, né PD né PDL offrirebbero sufficienti garanzie di portare avanti le riforme.
Non si poteva lasciare il lavoro a metà
Secondo il Premier uscente quello portato avanti dal suo Governo è stato un ottimo lavoro.
Da anni il paese non si trovava in una situazione di bilancio strutturalmente solida come quella che sarebbe stata resa possibile dal Governo dei Tecnici.
Monti sottolinea come però la strada delle riforme sia ancora lunga e richieda sacrificio.
Dato che né PD né PDL sembrano intenzionati a percorrerla sino infondo si sarebbe resa necessaria la candidatura che lo stesso Premier uscente aveva sempre categoricamente escluso nei mesi passati.
Il Professore ha sottolineato come la convinzione che quella intrapresa dal suo Governo sia la strada giusta è condivisa anche dall’FMI che ha stimato per il PIL italiano una crescita di 5,5 punti in cinque anni, a patto che le riforme vengano pienamente realizzate.
Orgoglio ferito
Monti ha parlato di orgoglio ferito per riferirsi al proprio stato d’animo nei confronti delle accuse che gli sono state mosse da Silvio Berlusconi.
Il leader del PDL, come tutti sappiamo, ha affermato che l’attuale situazione economica dell’Italia sarebbe imputabile all’operato del solo Governo Tecnico.
Sentire tali affermazioni da parte del suo predecessore sarebbe un duro colpo per il suo orgoglio sia umano che professionale, ha confidato Monti.
Il Premier uscente ha affermato di cercare in ogni modo di tener bassi i toni ed evitare di attaccare i suoi competitori, ma spesso sarebbe stato “un pochino provocato”.
Mai accusato il PD
Monti ha smentito le affermazioni che gli erano state attribuite nella giornata di ieri.
Il Professore non avrebbe mai accusato né il PD né Bersani di essere coinvolti direttamente nello scandalo MPS.
Il Premier uscente si sarebbe limitato a rilevare l’esistenza di una stretta vicinanza tra la Sinistra italiana e la banca Senese.
Quella che Monti avrebbe biasimato sarebbe stata appunto l’esistenza di questi rapporti, auspicando che in futuro non si ripetano simili situazioni.
Monti ha inoltre risposto alle affermazioni di D’Alema che aveva sottolineato come nel partito del Professore, Scelta Civica, fosse stato presentato un ex PD coinvolto nella faccenda MPS.
Monti si è limitato a rispondere di non conoscere personalmente il candidato in questione, che sarebbe stato segnalato dal territorio, e che, come tutti gli appartenenti alle liste del partito, avrebbe comunque firmato la dichiarazione di non aver alcuna sentenza in giudicato.
Il PD è il nostro avversario alle elezioni
Monti ha ribadito di identificare nel PD il proprio avversario nel corso della campagna elettorale; in particolare l’ala estremista identificabile con Vendola incarnerebbe pienamente tale ruolo.
Il Professore ha espresso inoltre preoccupazione per l’influenza esercitata dal sindacato della Camusso (che il Premier, durante il Forum di Davos, aveva identificato come il problema maggiore per portare avanti la riforma Fornero) nei confronti di Bersani.
Monti ha smentito ogni possibilità di un alleanza con il PDL: lo scopo di Scelta Civica sarebbe quello di portare avanti le riforme, per questo motivo possono esserci punti di incontro con esponenti del PD come del PDL, ma una alleanza al momento è da escludersi con entrambi.
Non siamo contro nessuno, ha affermato il Professore che sarebbe piuttosto dalla parte degli italiani.