Home > Altro > Archivio > Monti al forum di Davos: polemica con la CGIL. Critiche da Bersani e Squinzi
Monti al forum di Davos: polemica con la CGIL. Critiche da Bersani e Squinzi
giovedì 24 gennaio 2013, di
Durante il Forum Economico Internazionale che si è tenuto oggi a Davos, Monti ha espresso la propria amarezza per il fatto che la riforma del lavoro, varata dal Governo tecnico, non ha raggiunto i traguardi auspicati.
La colpa? Della CGIL, conclude il Professore.
Le reazioni del sindacato non si sono lasciate attendere, anche se è stata smentita l’ipotesi, circolata in un primo momento, di un ricorso collettivo al comitato europeo dei diritti sociali del Consiglio d’Europa.
Immediate anche le reazioni di Bersani e di Giorgio Squinzi.
Il discorso di Monti a Davos
Davanti alla platea del Forum Economico Internazionale, Monti esordisce ringraziando per l’attenzione accordata all’Italia e sottolineando l’importanza delle riforme strutturali perseguite dal suo Governo.
Ha rimarcato i progressi che il paese ha fatto durante i mesi della sua presidenza e cita Alcide De Gasperi.
L’atmosfera intorno all’Italia sarebbe cambiata: il paese si sarebbe riconquistato il rispetto e la fiducia internazionale, anche da parte della comunità degli investitori, afferma il Premier uscente.
Solo i sacrifici e le riforme attuate dal suo Governo, spiega ancora Monti, hanno permesso di addivenire a questo risultato.
Il Presidente del Governo tecnico ritiene sia giusto tributare un riconoscimento agli sforzi affrontati con maturità dalla popolazione italiana.
Mai, ribadisce il Professore, avrebbe scaricato la responsabilità di questi sacrifici sull’Europa.
Italia ed Europa sarebbero le due facce di una stessa medaglia, ma i sacrifici che si sono dovuti compiere sarebbero stati innanzitutto nell’interesse del nostro paese, interesse che però non diverge da quelli comunitari.
Disoccupazione giovanile
Al termine del discorso, al Presidente Monti viene indirizzata una domanda sulla strada da seguire per combattere la disoccupazione giovanile.
Il Premier dimissionario ritiene che si debba innanzitutto provvedere ad un cambiamento radicale della cultura del lavoro, presupposto indispensabile alla produzione di riforme proficue e durevoli.
Indica poi due possibili strategie.
- Avanzare misure specifiche per i giovani. In parte questo cammino è stato già intrapreso dal Governo uscente, ad esempio attraverso la riduzione delle tasse per le imprese che assumono.
- In secondo luogo è indispensabile procedere sulla via delle riforme. Il Governo uscente avrebbe varato un’ottima riforma del lavoro, secondo Monti, la cui portata sarebbe stata ridimensionata dall’aspra opposizione di un sindacato che avrebbe ostacolato gli interventi per la crescita.
La polemica contro la CGIL
Evidente il riferimento al sindacato della Camusso, che avrebbe portato avanti una lotta contro la riforma del lavoro, che invece è stata sottoscritta dalle altre sigle sindacali.
Poco dopo queste affermazioni, si è diffusa la voce che la CGIL avesse sporto un ricorso collettivo al comitato europeo dei diritti sociali del Consiglio d’Europa.
Voce poi smentita dal segretario per l’Europa del sindacato.
Le reazioni di Squinzi e Bersani
Decisamente in disaccordo con le dichiarazioni di Monti sia Squinzi, presidente di Confindustria, che Bersani, candidato Premier del PD.
- Bersani ha riscontrato nell’atteggiamento ostentato da Monti una decisa influenza della Destra italiana. Quello di prendersela con i sindacati sarebbe infatti un luogo comune spesso adottato dagli esponenti del Centro Destra, secondo Bersani, per scaricare le responsabilità dei propri insuccessi.
- Squinzi ha affermato di non ritenere nessuno, men che meno la CGIL, un ostacolo alle riforme. Il sindacato della Camusso, ha proseguito il Presidente di Confindustria, ha presentato un documento programmatico in merito, cosa che di per sé rappresenta un contributo.
Squinzi ribadisce il fatto che ci si trova tutti sulla stessa barca e che comunque la riforma Fornero allo stato attuale necessita ancora di modifiche sostanziali.