Ma tu ci credi nella ripresa economica dell’Italia? Ecco cosa dicono i dati

La Commissione Europea ha pubblicato i dati sull’indicatore del sentimento economico nell’area Euro e nei paesi appartenenti. Le cifre parlano di un miglioramento in quattro delle cinque più grandi economie della regione, ossia Spagna (+1,4%), Olanda (+1,3%), Germania (+0,8%) e Italia (+1,9%). Il Belpaese ha dunque mostrato la crescita più sostenuta dell’indicatore, con la Germania ultima in classifica, con il dato per l’area Euro nel complesso a quota 98.5.

Come è stato riportato dall’AGI

a novembre, il forte incremento della fiducia dei manager d’industria e soprattutto dei servizi, ha consentito all’indicatore per l’eurozona di salire a 98,5 punti, rispetto al riferimento di 100. Tuttavia e’ calata la fiducia dei consumatori, dei costruttori e dei dettaglianti, mitigando quindi l’incremento dell’indice, che segna comunque il suo settimo aumento consecutivo da maggio

L’Italia resta comunque a 93,9 punti base, al di sotto quindi della media dell’eurozona.

I dati italiani lasciano ben sperare?

Come è possibile osservare nel grafico qui sotto, la variazione trimestrale del Pil nel terzo trimestre del 2013 è stata pari al -0,1%, con il trimestre precedente che ha segnato un -0,3%. E’ a partire dal secondo trimestre del 2011 che la crescita del Pil registra valori negativi.

Se ci spostiamo sui dati annuali, come mostrato nel grafico qui sotto, non possiamo di certo gioire. La crescita del Pil per la fine del 2013 (dati Eurostat) è stimata ad un -1,8%, con le previsioni del 2014 pari ad un +0,7%. le attese per l’anno prossimo sono allora piuttosto modeste, tali da non permettere un’eccessiva esaltazione. La crescita del Pil annuale è infatti su territori negativi dal 2012 (nel 2011 si era registrato un modesto 0,5%.

Attenzione allora ai facili entusiasmi. Aspettative di crescita di poco sopra lo zero non possono essere considerate un autentico segnale di ripresa, sopratutto se considerate su un periodo di tempo annuale. Chi crede allora che ci potrà essere crescita in Italia?

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